20 giugno 2014
CON LA TESTA FRA LE NUVOLE - HEADS IN THE CLOUDS
Ovvero come viaggiare in aereo da Bologna a Santiago del Cile, impiegando 24 ore, passando da 30 gradi (giugno, estate) ai 5/10 gradi (giugno/inverno) e perdendo tutto.
Un viaggio è come il matrimonio. Il modo certo di sbagliare è pensare di esserne in controllo.
(John Steinbeck)
(A journey is like marriage. The certain way to be wrong is to think you control it)
Infatti è andata così: un’ora dopo lo sbarco del volo Iberia (nunca mas con Iberia; mai più voleremo con Iberia, dicono tutti) nel piccolo e mal organizzato Arturo Merino Benitez International Airport di Santiago ci hanno comunicato che le nostre valigie non erano arrivate, così come quelle di almeno un terzo dei viaggiatori dello stesso nostro volo. Si spera di recuperarle domani, ma poi non andrà così.
Con un mezzo Transvip (biglietto acquistato in aeroporto) arriviamo in centro, dopo avere attraversato
una tristissima periferia, fatta di case ad un solo piano, barricate dietro a
muretti e cancellate, con filo spinato e vetri anti intrusione, immerse nella nebbia di una giornata d’inverno; dopo aver
percorso strade in mezzo a orribili grattacieli, fino ad immetterci nel solito
caos delle vie del centro. Siamo nel cuore della città, prima in Santa Lucia,
poi nel Barrio Bellavista, para compartir la notte soprattutto con los bohemios
santiaguinos, ma anche quello dove abitava (!!!!!) a La Chascona Pablo Neruda, una delle tante sue case.
Indeed, that’s how it went. In fact, an hour after landing with our Iberia flight (nunca mas with Iberia – never again will we travel with Iberia, we all vowed), in the small and poorly organized Arturo Merino Benitez International Airport of Santiago, we were informed that our luggage, along with that of a third of our fellow passengers, had not arrived. We hoped to retrieve our luggage the next day, but that’s not how things played out.
We arrived downtown by public transportation from the airport and were struck by the very sad outskirts of the city, with drab, single-story housing, barricaded behind little walls and fences, immersed in the fog of this winter day. We then glimpsed awful skyskrapers, a prelude to the chaos of the streets downtown. We were in the heart of the city, first in Santa Lucia, then in the barrio of Bellavista, to spend the night, especially with los bohemios santiaguinos, in the very same barrio where Pablo Neruda had one of his many houses.
Hostal Casa Mosaico, Calle Loreto 109
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Ristorante La Signoria, cucina "all'italiana", nel barrio Bellavista.
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Clienti del ristorante ... conversano nell' attesa
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Belle bariste in minigonna e grandi sorrisi, in un famoso caffè del centro.
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Museo Nacional de Bellas Artes, Salon José Miguel Blanco
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Museo Historico Nacional, Mappa di Santiago, 1600
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Iglesia Catedral, le cui torri gemelle sono opera dell'italiano Ignazio Cremonesi
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Museo Chileno de Arte
Precolombino, nell'antico Palazzo della Dogana Reale, restaurato come Museo
dalla Fmiglia Larrain Echenique e dalla Municipalità, e inaugurato nel 1981, al
fine di fare conoscere le culture originarie americane.
Il Rio Mapocho al tramonto, visto dal ponte Loreto.
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