Il blog di Angela e Giorgio
fotografi erranti, dalle Americhe all'Asia, alla ricerca di istanti di Bellezza da catturare e raccontare

Ideazione e progetto grafico: Monica eFFe

Traduzioni all'inglese: Sara Russell e Monica eFFe




“Il vero nucleo di base dello spirito vivente di un uomo è la sua passione per l'avventura. La gioia della vita proviene dai nostri incontri con nuove esperienze e, quindi, non c'è gioia più grande che avere un orizzonte che cambia incessantemente, per ogni giorno avere un nuovo e diverso sole. Se vogliamo ottenere di più dalla vita, dobbiamo perdere l’inclinazione per la nostra monotona sicurezza e adottare uno stile di vita più improvvisato, che in un primo momento ci sembrerà un poco folle. Ma, una volta che ci siamo abituati ad un tale stile di vita, comprenderemo il suo pieno significato e la sua incredibile bellezza. Non fermarsi, non stare seduti in un solo posto. Spostarsi, essere vagabondi, fare di ogni giorno un nuovo orizzonte”.

(Christopher McCandless)*

*Da ...”INTO THE WILD” di Jon Krakauer.











venerdì 1 marzo 2013

CAFAYATE, LA QUEBRADA

Friday 1 March 2013





"In ogni passeggiata nella natura,
 l’uomo riceve molto di più di ciò che cerca". 
(John Muir)






La mappa dell'escursione che una delle agenzie espone davanti all'ufficio
Nel viaggio di trasferimento da Salta a Cafayate, avevamo già percorso la Ruta Nacional 68, che segue il corso del Rio Colorado, e avevamo intravisto, di passaggio, gli incantevoli scenari di questo ambiente selvaggio; una specie di fondo valle dentro ad un canyon (quebrada, spaccatura), scavato e modellato, nei milioni di anni, dalle acque e dal vento. Avevamo anche intravisto i vari cartelli stradali, che segnalano i siti più famosi della Quebrada de las Conchas; ma non avevamo potuto fermarci, poiché stavamo viaggiando su di un mezzo pubblico di linea.
Così abbiamo avuto il desiderio di tornarvi, per vedere questi luoghi da vicino e anche la necessità di riportarne qualche documento fotografico. Per farlo ci siamo uniti ad una comitiva organizzata da un’agenzia turistica (ce ne sono tante), che effettua questi tour, con pulmini e autista/guida.


Cercheremo di illustrarvi, con immagini e parole, le cose belle incontrate nel tragitto, ma non potremo certo farvi vedere tutto quello che abbiamo visto e toccato.
Ripercorrendo a ritroso, in direzione di Salta, con il pulmino, la RN 68, si ha costantemente la riserva a destra e anche i siti più importanti, in quest'ordine: Los Medanos, La Punilla, Los Castillos (a sx), El Obelisco, La Yesera, El Fraile  (Frate) (a sx), El Sapo (Rospo) (a sx), Mirador Tres Cruces (a sx), El Anfiteatro, La Garganta (Gola) del Diablo.

Bizzarre masse rocciose, erose nei millenni dall'acqua e dal vento

































































































Bassi arbusti spinosi, costituiscono la gran parte della poca vegetazione presente






































L'erosione ha scavato anche curiose grotte e anfratti























































































































Los Castillos































































Il fiume, che costeggia questo monumento naturale, durante la stagione delle piogge può ingrossare rapidamente diventando pericoloso. 



















































































Questa piramide naturale è chiamata El Obelisco









































Dentro alla riserva abitano alcune famiglie, che vivono della vendita di piccoli oggetti d'artigianato e chiedendo un obolo ai turisti che vogliono farsi fotografare con uno dei loro llama
























Sarebbe "La Gessaia". Il sito prende il nome dalla conformazione delle rocce















































Per proseguire l'escursione alla Yesera, bisogna salire su questa collinetta, alta un centinaio di metri forse più, il cui sentiero, a forma di "schiena d'asino" , è largo meno di un metro. Ai due lati c'è  il pendio, molto ripido e completamente sassoso; se si sbaglia un passo, si rischia di scivolare e ruzzolare fino in fondo. Le conseguenze sarebbero disastrose. Se l'avessimo saputo, non ci saremmo andati. L'agenzia comunque è assicurata.




Lungo il percorso si possono ammirare queste fantastiche formazioni rocciose con stratificazione a vari colori.





























La salita a questo mirador (punto alto di osservazione) è relativamente più facile, rispetto al precedente percorso. Sulle tre croci si tramanda una storia cupa; non ve la raccontiamo, per non togliervi il piacere della scoperta.













Il mirador sarà alto duecento metri, rispetto al piano del fiume, ma la foto, presa con un medio tele, schiaccia la distanza.






Questo anfiteatro naturale, scavato nella roccia durante millenni (dall'acqua?), praticamente un'enorme stanza a cielo aperto e con base a forma di ferro di cavallo, è dotato di un'acustica da far invidia al più importante teatro dell'opera mondiale. Nel cartello, in alto a sinistra, si può vedere uno schizzo, che dà un'idea della forma dell'Anfiteatro.



Lo stemma della Comunità Suri Diaguita.











L'Anfiteatro, visto da dentro, verso l'entrata.


Anche dal disegnino di questo cartello, si può avere  un'idea della forma della "Gola del Diavolo".


 Le piccole comunità indigene, che ancora abitano queste zone, considerano questi luoghi "siti sacri", per la loro religione ancestrale, incentrata sul culto della "Pachamama" (Madre Terra).



Un rustico altarino per il culto della Pachamama.












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