El Misti, uno dei tre vulcani che dominano l'orizzonte. |
Da Chivay percorriamo oltre 160 km e scendiamo dalla
Valle del Colca, oltre 4000 m. s.l.m., alla periferia di
Arequipa (2.335 metri), pesantemente inquinata da un enorme complesso
industriale, oltre a vari altri stabilimenti più piccoli, inglobati ormai fra
le abitazioni.
Siamo
risucchiati sempre più giù da un traffico asfissiante, fino quasi a raggiungere
la bellissima Plaza de Armas, il cuore della seconda città del Perù, per numero d'industrie, commerci e abitanti.
Il sole è calato. Si accendono
le luci nel Tambo del Solar, l'area dove si trova il nostro Hostal, una specie di corte interna, delimitata da cancelli, ai due lati della via a L, a due
quadre da Plaza de Armas. Tambo, in quechua (lingua parlata dagli Incas)
significa posada (locanda). Siamo dentro al Barrio del Solar, considerato dall'Unesco Patrimonio
dell'Umanità, come tutto il centro coloniale.
La città è detta blanca per via del sillar, la pietra vulcanica (color latte) usata in età coloniale per palazzi, casone, chiese, ponti, data la facilità con la quale è possibile estrarla e lavorarla.
Tre dei vulcani della Cordigliera appaiono e scompaiono dall'orizzonte: El Misti, El Chanchani, El Pichu Pichu.
La pressione fra le placche tettoniche dell'America Latina e quelle del Pacifico ha provocato nel corso dei secoli terremoti ed eruzioni devastanti (1687, 1868, 1958, 1960) fino all'ultimo del 2001
Uno dei due ingressi al Tambo |
La Chiesa dedicata alla Vergine del Rosario |
La Vergine sull'altare |
Un angelo o un santo? |
Plaza de Armas, un albero di jacaranda in fiore |
Plaza de Armas, con grandi portici su tre lati, e un bel jardin |
Oggi è la giornata "degli anziani"e, tutti i gruppi che fanno
attività sociali e culturali, sfilano in Plaza de Armas.
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Musica, danza e coloratissimi costumi |
Non mancano gli uomini con ponchos colorati |
Questo Banco, in Calle Mercaderes, rappresenta oggi il secondo gruppo finanziario del Perù; fu fondato a Lima nel 1897
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Calle Mercaderes, interamente restaurata e pedonalizzata nel 2009, unisce Plaza de Armas a Quince de Agosto
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Nelle vetrine del centro i dolci non mancano mai,
ma sembrano un po' tutti di plastica
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Il numero 106 dela Calle San Juan de Dios,
a due passi dalla Piazza centrale
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Alle pareti, curiosi disegni del figlio della proprietaria,
assieme a piccoli oggetti d'artigianato in vendita
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Curiosi occhietti dall'iride colorata
ti seguono in ogni stanza
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L'immagine di N.tra S.ra De Las Penas, con lacrime
La Sagrada Familia |
La città di notte è piena di luci, con gente che fa la spola fra ristoranti, caffè, sale giochi e casinò, soprattutto nei fine settimana
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I negozi chiudono fra le 21 e le 22, salvo eccezioni |
El Ekeko, presso l'omonimo
Patio, in pieno centro.
Il folletto (duende)
rappresenta, nella
cultura dell'altipiano
andino, l'abbondanza,
l'allegria,
la fecondità, a partire dalla
cultura Tiwanaku, poi
Aymara, quindi Inca.
All'epoca della Colonia
la Chiesa Cattolica cercò di
cancellare questa figura, e
il culto a lui dedicato, ma riuscì solo a trasformarla in un personaggio
"vestito"
Nel Patio el Ekeko sono
in vendita articoli
d'abbigliamento costosi,
anche in alpaca, perché
in questa città si lavora
il 90% di questa fibra
naturale, e, ogni anno a
novembre, si tiene una prestigiosa
Fiera
Vetrina del Patio El Ekeko |
L'ingresso ad uno dei tanti Casino |
Occorre fare attenzione ad attraversare la strada,
in zona Cattedrale, anche se si usano
le strisce pedonali e un vigile è presente
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La Compañia Chiesa dei Gesuiti, con pianta a croce
latina, in sillar, pietra estratta dal vulcano Misti; fu
edificata fra il 1590 e 1698, quando la facciata fu
ricostruita a seguito di un terremoto
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Claustro Minor |
Claustro Mayor, con archi che posano su pilastri
riccamente scolpiti sui quattro lati
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Claustro Mayor, con al centro una fonte proveniente da Lima |
I meravigliosi cappelli della Carrasco Company, since 1929 |
Carrasco Company, cappello femminile, lo usano a Chivay e nella Valle del Colca
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Maglie in alpaca, di lavorazione artigianale |
Altre stupende maglie in alpaca |
Soprabiti in vigogna, costosissimi |
Particolare della stoffa di un abito |
Camelidi andini, il cui addomesticamento iniziò quasi 6000 anni fa, nelle Ande centrali, quando le culture preincaiche li utilizzarono per alimentarsi e vestirsi. Gli Inca diedero loro importanza e ne selezionarono la produzione, mentre gli Spagnoli abbandonarono la camelicoltura, causa guerre e introduzione di mucche, cavalli, asini. Questi animali furono, di conseguenza, relegati nelle zone più alte e aride. Da tempo lama e alpaca sono stati addomesticati, mentre vigogna e guanaco vivono allo stato libero, e in Perù sono protetti.
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Casa della Cultura - Museo
Santuarios Andinos, Università Cattolica di Santa Maria (UCSM). Qui si può
visitare, molti mesi all'anno, Juanita, la Mundialmente famosa "Niña de los Hielos" o
Vergine Inca del Vulcano Ampato (oltre 6.200 metri), sacrificata ,500 anni prima, agli dei del monte. Gli Incas, infatti, credevano che le montagne potessero
uccidere (eruzioni, valanghe, crolli) e che la loro violenza potesse essere
placata dal sacrifico di un bambino, abbandonato poi fra i loro ghiacciai.
Nel
1995 l'alpinista e archeologo statunitense Johan Reinhard, dopo oltre 27 anni
di ricerche come progetto "Santuarios De Altura del Sur Andino"
condotto assieme a José Antonio Chavez per conto dell'Università Cattolica di
Santa Maria, scopri' avvolta in fini drappi la "Bella Nina" . Il
corpo, perfettamente conservato, stupì la comunità scientifica di tutto il
mondo. Fu collocato in una teca speciale, e esposto presso la National Society a Washington nel 1996, ma
continua ad essere studiato nei laboratori UCSM.
Università Nazionale S. Agostino |
Un patio dell'Università Nazionale S. Agostino |
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