Da Arequipa voliamo a Cusco (3399 m. s.l.m), l'ombelico -centro del mondo, secondo la mitologia degli Incas; questa città-capitale era la sede del loro governo, fu la più antica delle Americhe e la più importante delle Ande.
Pizarro e i suoi cavalieri, con destrieri e grandi spade, marciarono su Cuzco dopo aver assassinato Atahualpa (Cajamarca,1532), e l'8 novembre 1533 imposero un sovrano fantoccio, Manco, che quando si ribellò (1536) si rifugiò a Vilcabamba, nella giungla. Dopo avere spogliato d'oro e argento la capitale, Pizarro la ridusse a una città coloniale, poi si diresse verso Lima.
Sui marciapiedi incontri
signore in costume tradizionale, accompagnate dal loro lama. |
Le "possenti" pietre degli edifici Incas furono in parte riutilizzate per costruire molte Chiese e annessi Monasteri, la Cattedrale, ecc.
Il toponimo originale era qosqo o qusqu (in quechua).
I conquistatori spagnoli usarono Cusco, come appare sulle mappe dal XVI al XVII secolo, ma in alcune del XIX e XX è riportato Cuzco.
Nella cartografia ufficiale peruviana e nella costituzione politica del 1993, appare la grafia Cusco; nel 1990, però, il Consiglio Municipale di Cusco istituisce l'uso del nome Qosqo in sostituzione di Cusco in tutti i documenti del governo locale.
Nella cartografia ufficiale peruviana e nella costituzione politica del 1993, appare la grafia Cusco; nel 1990, però, il Consiglio Municipale di Cusco istituisce l'uso del nome Qosqo in sostituzione di Cusco in tutti i documenti del governo locale.
L'insegna di un piccolo negozio d'artigianato, a due passi da San Blas (e dal nostro Hostal Casa Elena) e da Plaza de Armas; wasi, in quechua, significa casa. |
Un bar frequentato da stranieri, amanti del caffè all'italiana. |
I turisti "noleggiano" bellissimi abiti tradizionali, per scattarsi una fotografia-ricordo. |
Un Inca (un po' finto) con il quale farsi fotografare |
Questa signora "in costume" e con agnellino, assieme alla sua graziosa bambina, si offrono per una fotografia, in cambio di denaro. |
Piccoli presepi policromi (nacimientos) a forma di retablo |
Madonne e Angeli in cartapesta dipinta |
Altro piccolo retablo |
Zainetti e borse riccamente lavorati a mano |
L'angolo - caffè di un piccolo ristorante, vicino a casa |
La strada che porta a San Blas |
Croce in pietra, attaccato al campanile della piccola Chiesa di San Blas (dove per entrare si paga un biglietto) |
Chiesa di San Blas |
Questa Piazza è il cuore di
Cuzco, ma quando si chiamava Huacaypata o Aucaypata, al tempo degli Incas, era
grande il doppio. Spesso qui oggi sventolano due bandiere: quella rossa e
bianca del Perù e quella di Tahuantinsuyo, che ha i colori dell'arcobaleno, e
rappresenta le quattro quarti dell'impero inca. Su tre lati della piazza ci sono
grandi portici. A nord-est, la Cattedrale, cui si accede attraverso un'ampia
scalinata; ai lati si trovano la chiesa di Jesus Maria e El Triunfo. Sul lato
sud-orientale c'è la chiesa edificata dai Gesuiti, detta La Compañia.
La Cattedrale di Cuzco fu
elevata dove si trovava il palazzo di Inca
Viracocha, signore della città,
nell'epoca in cui i supremi sacerdoti erano diventati ricchi e potenti. Inca si
impose attraverso i suoi successi militari, tanto da diventare un re- guerriero
che cercava di trasformare le tribù debellate in alleati.
Viracocha era il nome di una
delle principali divinità inca, originaria del Lago Titicaca (cultura
Tiwanaku), il dio dei bastoni che sarebbe sorto dalle acque e avrebbe creato
cielo, terra e, secondo il mito, gli uomini per poi farli a pezzi e buttarli ai
quattro angoli del mondo.
La Cattedrale ospita
un'importante collezione di opere d'arte della cosiddetta Escuela Cuzquena,
generata dall'incontro fra arte europea dei secoli XVI e XVII, e la fantasia di
artisti andini. La Escuela si avviò all'atto della costruzione della
Cattedrale, grazie al pittore gesuita italiano (originario di Camerino)
Bernardo Bitti che nel 1575 arriva in Sud America per evangelizzare attraverso
la pittura e introduce il "manierismo", lo stile in voga in Italia,
incentrato su grandi tele, con una figura al centro, fortemente illuminata
e variamente colorata, per niente
naturale.
All'interno
della Cattedrale non è possibile fotografare, inoltre, per entrare a visitarla,
occorre acquistare un biglietto.
Chiesa La Compañia, edificata
dai Gesuiti nel 1571, distrutta e ricostruita dopo il terremoto del 1650. Fu
elevata sopra le fondamenta del palazzo di Huayna Capac (in lingua quechua
significa giovane, possente o poderoso), undicesimo sovrano della dinastia Inca
del Cuzco, padre di Atahualpa, a cui morendo affidò la parte settentrionale
dell'impero (mentre Huascar regnò sulla regione di Cuzco).
La bellissima facciata barocca della
chiesa dei Gesuiti è fra le più decorate della città. I Gesuiti avevano voluto
che fosse la più sontuosa e il vescovo, temendo che offuscasse lo splendore
della Cattedrale, chiese al papa Paolo III in Roma di pronunciarsi nel merito,
ma il responso arrivò quando i lavori di ricostruzione erano ormai ultimati.
In questa chiesa, il cui orario
d'apertura è irregolare, non si paga un biglietto d'ingresso.
A
lato della Chiesa dei Gesuiti c'è Calle Loreto, stretta via con pietre inca su
entrambi i lati, e ciottoli a terra. Il muro a destra appartiene al così detto
"Cortile dei serpenti" dove sorgeva il palazzo Huayna Capac e ora la
Chiesa La Compañia; a sinistra, c' è il muro più antico e bello di Cuzco, che
apparteneva all'Acllahuasi o " Casa delle donne elette" che ospitò,
al posto delle "Vergini del Sole" in epoca incaica, suore del Convento di clausura di Santa
Catalina.
Il mercato coperto, di frutta, verdura e un po' d'artigianato |
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