Friday, 7 December 2012
"Dobbiamo andare e non fermarci, finché non siamo arrivati.
Dove andiamo? Non lo so, ma dobbiamo andare".
(Jack Kerouac)
Seguendo la Ruta 7, da Còrdoba a Mendoza, impieghiamo 11 ore.
La strada che percorriamo in bus sale lentamente diritta, come arrampicandosi all'orizzonte, verso le serranias (altopiani), sotto un cielo plumbeo, con nuvole e pioggia all'orizzonte. Facciamo molte, veloci fermate in numerosi paesucoli, fino a raggiungere, a metà strada, San Luis, il centro più grande della zona. Corriamo verso le Ande, ma sempre si tratta di Argentina e, quindi, ci accompagnano enormi distese verdi, con mucche, cavalli e pecore al pascolo. La sconfinata campagna ci sembra più verde, perché disseminata di alberi e arbusti di tutte le dimensioni che fiancheggiano anche la strada. Incontriamo moltissimi grandi camion e qualche motociclista, ma non c'è quasi traffico. Quando ci lasciamo alle spalle un grande arco in muratura con la scritta ... "Bienvenidos a Mendoza, ciudad del vino", il paesaggio cambia. Su terreni desertici, immigrati piemontesi, veneti e altri italiani, un po' di tutte le regioni, impiantarono vigneti e oliveti che oggi si estendono per chilometri. All'orizzonte le Ande sono sempre più vicine, ai lati della ruta tenerissime viti e frondosi ulivi. Attraversiamo un tratto della Provincia di Mendoza, fino a raggiungere la città, posta a 750 metri d'altezza sul livello del mare, famosa per avere trasformato terreni aridi in distese adatte alla produzione di vino e olio, grazie anche ad un sistema di irrigazione che sfrutta le acque che scendono dalle Ande.
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Periferia di Mendoza, sulla strada del nostro arrivo. |
Siamo prossimi a la terminal (la stazione degli autobus) quando scorgiamo un profilo di cemento, con grandi pannelli pubblicitari luminosi, e, ovviamente, quello che più ci sorprende è una gigantografia luminosa che pubblicizza "La Bolognesa", un'azienda che produce il sugo (salsa) alla bolognese, ovvero la passata di pomodoro.
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The trip along Ruta 7 from Còrdoba to Mendoza takes
eleven hours, and the road we take by bus slowly creeps upward, as if climbing
onto the horizon, in the direction of the serranias
(plateaus) beneath a gloomy sky, with clouds and rain on the horizon. The
bus makes a number of quick stops in little towns until we reach the half-way
point, San Luis, which is the largest town in the area. We are speeding towards
the Andes, but we are nevertheless in Argentina, which explains the vast green
expanses dotted with cows, horses and sheep at pasture. The boundless
countryside seems even greener because it is covered in trees and brush of all
shapes and sizes and which extend up to the sides of the road. Aside from a
great many large trucks and some motorcycles, we run into very little traffic.
The landscape
changes when we pass under a large arch with the words "Bienvenidos a Mendoza, ciudad del vino."
In fact, Italians from Piemonte, Veneto and other regions planted their
vineyards and olive groves on this desert which extends today for many
chilometers. In the meantime, the Andes are drawing ever-closer to the horizon,
and at the sides of the ruta are tender vines and ornately leafy olive
trees. We cross a bit of the Province of Mendoza and then reach the city, 750
meters above sea level, and so famous for having transformed arid soil into
expanses suitable for the production of wine and olive oil – a feat that was
made possible in part by an irrigation system that takes advantage of snow-melt
that descends from the Andes.
We have drawn near
the bus terminal when the outline of concrete catches our eye, with large and
shiny advertisements. Obviously, what startles us the most is a
larger-than-life advertisement for "La Bolognesa," a company that makes Bolognese-style tomato sauce.
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Entrata dell'Hostel International, dove siamo ospitati.
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Giovani backpackers alla Recepcion
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Preparativi per una cena tra "amici" appena conosciutisi |
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La nostra impressione, non solo visiva, è che negli ostelli sia molto facile "rimorchiare".
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Insegna di una Tienda de calzados, ora chiusa. |
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"SIN MAS": un delizioso negozietto di artigianato vario, nei pressi del nostro hostel. |
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Scene di vita campestre d'altri tempi. |
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Plaza España: Consigli di Martin Fierro ai suoi figli. Martin Fierro è il protagonista del più famoso poema gauchesco argentino. Le due terzine che si leggono nel letrero (didascalia), sono tratti dal suddetto poema. |
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Il centro della piazza con varie fontane: sullo sfondo i murali in azulejos (piastrelle ceramiche). |
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G. tiene banco con le ragazzine. |
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La fontana del vino: dagli ugelli zampilla acqua color vino rosso. |
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In queste foto è ben visibile il colore del liquido simulante il vino. |
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Il saluto solare delle nostre interlocutrici occasionali. |
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Il bellissimo chiosco mobile del Manicero (Venditore di noccioline). L'insegna dice... Mendoza La Più Bella. |
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Povera Italia! Delle quattro piazze, dedicate a quattro paesi, che si trovano nei quattro angoli di un'intera "manzana" (isolato, blocco), Piazza Italia è la più trascurata (e insicura), e rappresenta molto bene la patria lontana! |
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Anche la Lupa capitolina appare molto desolata. |
LA VINERIA DON ARTURO
LA VINERIA VISTANDES
LA AZIENDA PASRAI, produttrice di olio
PASSEGGIANDO PER MENDOZA, FINO AL MERCADO CENTRAL
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Passeggiando per Mendoza, un sabato mattina. |
ESCURSIONE A LOS ALTOS ANDES, DENTRO AL PARQUE NACIONAL ACONCAGUA. L'ACONCAGUA E' LA MONTAGNA PIU' ALTA DEL SUD AMERICA, CON I SUOI 6962 METRI SLM.
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Un vulcano |
LA DIGA CHE ALIMENTA MENDOZA E I SUOI VIGNETI. DOPO 3 ANNI DI PIOGGE E NEVI SCARSE, IL LIVELLO DELL'ACQUA SI E' MOLTO ABBASSATO.
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Il Rio Mendoza, con le sue acque scure che decantano solo nel lago formato dalla diga. |
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Sosta a Uspallata, in questo delizioso ristorante. Uspallata si trova in una verde vallata, quasi un'oasi in mezzo a montagne rocciose e aride. |
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Questo ponticello viene descritto come una piccola rovina incaica; ma noi abbiamo qualche dubbio, sul fatto che gli Inca conoscessero il ponte ad arco. | |
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Piccolo mercato di artigiato vario, al campo base, punto di partenza per tutti gli scalatori che vogliono affrontare la Grande Montagna. |
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I ghiacciai del versante sud dell'Acongagua |
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I ghiacciai del versante sud dell'Acongagua |
Cara Angela,
RispondiEliminache meraviglia. Qui cade piano piano tutto, meno male c'è Jacopo che ci regala sorrisi ed entusiasmo oggni giorno, ma quanto mi piacerebbe andare via... ho e abbiamo sempre viaggiato molto, ma ora non è un momento adatto! Tra le tue foto, ho visto un pareo meraviglioso rosa con disegni di uomini, donne e capannine, è la foto prima delle collane. Sarebbe possibile avere qualcosa del genere e una maglietta simile per Jacopo? Quanto costano?
Potrebbe essere un'ottima occasione per incontrarci e restituirti naturalmente la spesa effettuata.
Un abbraccio e buon proseguimento, ogni tanto vengo a sognare.
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