"Un viaggiatore senza osservazione
è un uccello senza ali".
(Moslih Eddin Saadi)
Alle 9
consegnamo alla Compagnia Navimag i nostri bagagli al Porto, alle 11 inizia l'imbarco, e noi delle cabine triple AAA (un lusso per “viaggiatori stanchi” e per
pochi stagionati turisti), siamo accompagnati fino a
raggiungere la nostra cabina 138. La nave/cargo sulla quale viaggiamo effettua ogni
venerdì lo stesso tragitto, fino a P. Natales. A bordo siamo 201 viaggiatori,
alcuni camion, qualche auto, e una tripulaciòn
(equipaggio) di 47 persone, fra marinai, ingegneri, comandante, e addetti alle
pulizie e alle cucine. Noi della triple
AAA siamo affidati ai servizi e alle cura di Anita, una giovane che, per
mantenersi negli studi, starà imbarcata fino a marzo, fine della “temporada”, ma non del viaggio della EVANGELISTAS, che percorre la stessa rotta
anche in pieno inverno, con pochissimi turisti, ma molto cargo.
Il mare è
calmo, salpiamo dal P. Montt con 4 segnali, fra qualche altra imbarcazione;
velocemente, raggiungiamo le coste dell’isola Chiloé e iniziamo il nostro
percorso verso il sud, che poco dopo ci verrà presentato nella sala più grande
della nave, quella dove pranzano tutti (esclusi i pochi della triple AAA, quasi tutti svizzeri o
tedeschi).
Il pomeriggio trascorre lentamente e dal ponte più alto vediamo sfilare tutti i vulcani visitati (Osorno, Calbuco), con la cima innevata, poi il lungo profilo delle meravigliose Ande. Solo una piccola vela a mare. Sul ponte si passa il tempo senza WIFI (è incredibile che la nave non ne sia dotata), senza cellulari, con lettori digitali o libri di carta. Si fotografa, si gioca a scacchi, si parla o si beve molto al bar e ci si arrostisce, ben spalmati di creme protettive. Il sole è molto forte, come il vento. Soffia da sud a nord, e rallenta la navigazione, ci viene spiegato. Quando usciremo nell’aperto Pacifico e vi navigheremo per circa sette ore, c’è speranza di vedere balene, delfini, qualche orca……. Tutti ci contano. Cena alle 19,30, sofisticata e, per noi, vegetariana stomachevole. E’ fin troppo abbondante, con una torta magnifica allo yogurt. Ci aspetta una notte tranquilla, cotti come siamo dagli oltre due mesi di viaggio, e dai continui trasbordi.
Il pomeriggio trascorre lentamente e dal ponte più alto vediamo sfilare tutti i vulcani visitati (Osorno, Calbuco), con la cima innevata, poi il lungo profilo delle meravigliose Ande. Solo una piccola vela a mare. Sul ponte si passa il tempo senza WIFI (è incredibile che la nave non ne sia dotata), senza cellulari, con lettori digitali o libri di carta. Si fotografa, si gioca a scacchi, si parla o si beve molto al bar e ci si arrostisce, ben spalmati di creme protettive. Il sole è molto forte, come il vento. Soffia da sud a nord, e rallenta la navigazione, ci viene spiegato. Quando usciremo nell’aperto Pacifico e vi navigheremo per circa sette ore, c’è speranza di vedere balene, delfini, qualche orca……. Tutti ci contano. Cena alle 19,30, sofisticata e, per noi, vegetariana stomachevole. E’ fin troppo abbondante, con una torta magnifica allo yogurt. Ci aspetta una notte tranquilla, cotti come siamo dagli oltre due mesi di viaggio, e dai continui trasbordi.
Friday, 18 January 2013
At
9:00 we deliver our luggate to the Navimag Company at the Port and boarding
begins around 11:00. We of the triple-AAA cabins (a luxury for “weary travelers”
and a few seasoned tourists) are accompanied to our cabin, number 138. The
ship/cargo on which we travel follows the same route every Friday, arriving at
Puerto Natales. There are 201 of us travelers on board, some trucks, some cars
and a tripulaciòn (crew) of 47 people, including sailors, engineers,
captain, janitors and kitchen staff. We of the triple-AAA are entrusted
to the care and service of Anita, a young lady who will pay for her studies by remaining
on board until March, end of the “temporada,” but not of the Evangelistas’ journey – the route remains the
same even in the dead of winter, with very few tourists but a lot of cargo on
board.
The sea is calm, and
shortly after setting sail from P. Montt, where there are a few other ships, we
reach the island of Chiloé and begin our journey southward. Soon afterwards, we
are presented with the itinerary in the ship’s largest quarters, the main
dining hall, where everyone except the few triple-AAA travelers dine, almost
all of them Swiss or German. The afternoon passes slowly and from the highest
deck we see a procession of volcanoes (Osorno, Calbuco) with their snow-covered
peaks, then the long profile of the marvelous Andes. Only a little ship in the
sea. On the deck of the incredibly wifi-free ship one passes the time without
internet, cell phone service, with MP3 players or real paper books. People take
photographs, play chess, spend a lot of time talking or drinking at the bar,
getting sunburned in spite of thickly applied sunscreens. The sun, in fact, is
very strong, as is the wind, which blows from south to north, slowing down the
ship, as they explain to us. When we will arrive into the open Pacific, where
we will travel for seven hours, there is a chance of glimpsing whales,
dolphins, some orcas… everyone counts on it. Dinner is served at 7:30 in the
evening – vegetarian, and, in our opinion, sophisticated and repulsive. The
servings are too generous, with a magnificent yogurt cake. A quiet night awaits
us, exhausted as we are from the more than two months of traveling and constant
transfers.
La nostra cabina AAA, con due cuccette e bagno interno. |
Sabato 19
gennaio 2013
Ci svegliamo
alle 7, alle 8 abbondante colazione, seguita da una charla sulla tappa che ci aspetta oggi. Sui ponti l’aria è fredda,
soffia vento gelido, ma la giornata è bella.
Le Ande ci appaiono velate da nebbia, fino a quando c’è sole e mare ovunque. Oggi arriveremo all’Oceano Pacifico e si prospetta che qualcuno soffra di mareo. Niente paura, il bar della nave vende una pastiglia per 700 pesos chilenos. La mattinata continua fra catene di montagne, lieve beccheggiamento della nave. La temperatura sale fino a 28 gradi alle 15 circa. Alle 16 circa, abbiamo già incontrato qualche barca, qualche casa isolata, anitre e salmoneras ovvero allevamenti di salmone.
Le Ande ci appaiono velate da nebbia, fino a quando c’è sole e mare ovunque. Oggi arriveremo all’Oceano Pacifico e si prospetta che qualcuno soffra di mareo. Niente paura, il bar della nave vende una pastiglia per 700 pesos chilenos. La mattinata continua fra catene di montagne, lieve beccheggiamento della nave. La temperatura sale fino a 28 gradi alle 15 circa. Alle 16 circa, abbiamo già incontrato qualche barca, qualche casa isolata, anitre e salmoneras ovvero allevamenti di salmone.
Ora la costa
è ad un passo dalla nave, si possono contare sassi e piante. Gli unici rumori
sono quelli dei motori, poi “sfreccia” un’altra nave cargo bianca e blu, e con
un suono le due si salutano. Non siamo ancora in Oceano, fuori dal canale che
stiamo percorrendo, da entrambi i lati c’è terra ferma, con montagne e
vegetazione. Ti aspetteresti che da alcune rocce, improvvisamente comparissero
gli indiani, e che portassero in mare le loro canoe, per dare la caccia
all’uomo bianco, giunto fin qui per occupare il loro territorio.
Ora ci
stiamo allontanando dalla costa andina, il livello dell’acqua è sicuramente più basso del normale, come mostrano le tracce in terra ferma. Fa caldo, quasi 30
gradi all’ombra. Non partecipiamo
all’incontro con tema "come realizzare alcuni nodi di mare", in quanto già abbiamo navigato a vela in passato e conosciamo i principali nodi marinari. Preferiamo osservare altri pinguini che
nuotano in totale libertà. Quando ci avviciniamo a uno stretto canale, nella
cabina di comando cala il silenzio, interrotto solo da secchi, precisi comandi:
soprattutto numeri, gradi di bussole. Il canale è angusto, la rotta navigabile
è lungo una linea che deve essere rispettata al centimetro. Tutti i turisti,
distribuiti sui vari ponti, anche i più ignari di navigazione, paiono sentire
nell’aria la tensione per la delicata manovra e tacciono. Superato questo
passaggio, tutto eseguito manualmente, la nave procederà con il navigatore automatico,
e i tanti turisti riprendono le loro conversazioni e i passaggi da ponte a
ponte.
Dopo cena,
il tramonto è spettacolare; poi cala la notte e dal ponte di comando osserviamo
per ore le onde che si fanno più grandi e un gruppo di piccoli delfini che guizzano
fuori dall’acqua nella semioscurità. Siamo prossimi allo sbocco sull’Oceano
Pacifico, ma alla sinistra della nave c’è ancora terra ferma per molte ore di
navigazione.
La prua
della nostra nave sale e scende fendendo le alte onde, il vento è forte e
gelido. In cielo magnifiche stelle e la Croce del Sud: quattro astri disposti a
formare una croce, che indica il Polo
Sud.
Saturday, 19 January 2013
Saturday, 19 January 2013
We
wake up at 7 and have a hearty breakfast at 8, followed by a charla on today’s leg of the journey.
The air on the decks is cool and a chilly wind blows, but it is a beautiful
day. The Andes seem veiled by fog, and the sun and sea are endless. Today we
will reach the Pacific Ocean, and some travelers are expected to suffer from mareo
– not to worry: the bar on board sells a pill for 700 pesos cilenos. The morning wears on, with mountain
ranges and with a slight pitching of the ship. The temperature rises to a high
of 28 around 3 p.m. By around 4, we have met some other ships, some isolated
houses, ducks and salmon farms (salmoneras).
Now
the coast is just a short way away from the ship – you can count rocks and
plants. The only sounds are those of the motors, then another cargo ship, all
white and blue, speeds by, and the two ships greet each other with a sound. We
still haven’t reached the ocean. There is land on both sides, with mountains
and vegetation. You would expect Indians to jump up from behind some of these
stones and to bring their canoes into the sea, to hunt the white man who has
come this far to occupy their land.
Now
we are moving farther away from the Andean coast, and the level of the water is
surely lower than normal, as the traces on the shores make clear. It is hot –
almost 30 degrees in the shade. We opt out of the workshop on making sailors’
knots, and prefer to watch penguins which swim in total freedom. When we reach
a tight channel, complete silence falls over the captain’s cabin, interrupted
only by dry and precise commands: especially numbers, degrees from the compass.
The channel is quite narrow and the navigable route follows a line that must be
respected down to the last centimeter. All the tourists distributed along the
various decks, even those most ignorant about navigation, perceive the tension
in the air from the delicate maneuverings and are silent. Once this passage has
been completed (everything is done manually), the ship proceeds with automatic
navigation and the many tourists resume their conversations and perambulations
from deck to deck.
After
dinner, we witness a beautiful sunset, then night falls and we watch the waves
for hours from the main deck as they swell, and then enjoy the sight of a group
of dolphins swimming in the half-darkness. We are close to entering the Pacific
Ocean, but there is still land to the left of the ship.
The ship’s prow rises and
falls along with the high waves; the wind is strong and cold. The starry night
is beautiful and the constellations easily visible. The Southern Cross
constellation is particularly spectacular, with its four stars arranged in such
a way as form a cross which points in the direction of the South Pole.
Abbiamo già
lasciato la navigazione in Oceano aperto e ci stiamo inoltrando in un altro
canale; il mare è liscio, la giornata calda e soleggiata. Il pranzo viene
anticipato di mezz’ora perché alle 14 è
prevista una visita al Ghiacciaio Tempanos,
che si trova alla fine di un fiordo. Tutto come previsto, alle due del
pomeriggio siamo prossimi ad una massa enorme di ghiaccio, di colore scuro sporco
in superficie e blu intenso dove si sta sfaldando.
Tutti scattano centinaia di fotografie. Viene calato un gommone in mare, scendono alcuni membri dell’equipaggio per recuperare un po’ di ghiaccio per il bar. Tutta l’operazione coinvolge molti passeggeri sul secondo ponte, perché, dopo il recupero del ghiaccio, si berrà a gogo.
La nave rifarà poi lo stesso percorso per uscire dal fiordo, e riprendere la navigazione in direzione Puerto Eden, dove vive una piccola comunità, che si potrà visitare, solo pagando cinquemila pesos cilenos. Passano molte altre ore sotto un sole cocente, vediamo in lontananza il relitto di una nave greca che è stata abbandonata, e ora ospita solo gabbiani. Poco dopo, scorgiamo su uno scoglio l’immagine bianca di una statua, rappresentante una Madonna.
Tutti scattano centinaia di fotografie. Viene calato un gommone in mare, scendono alcuni membri dell’equipaggio per recuperare un po’ di ghiaccio per il bar. Tutta l’operazione coinvolge molti passeggeri sul secondo ponte, perché, dopo il recupero del ghiaccio, si berrà a gogo.
La nave rifarà poi lo stesso percorso per uscire dal fiordo, e riprendere la navigazione in direzione Puerto Eden, dove vive una piccola comunità, che si potrà visitare, solo pagando cinquemila pesos cilenos. Passano molte altre ore sotto un sole cocente, vediamo in lontananza il relitto di una nave greca che è stata abbandonata, e ora ospita solo gabbiani. Poco dopo, scorgiamo su uno scoglio l’immagine bianca di una statua, rappresentante una Madonna.
Le montagne
che incontriamo ora sono più basse e spoglie di quelle viste in precedenza.
Molti sono gli isolotti e gli scogli, sempre segnalati da luci o pali bianchi e
rossi.
Verso le
18,30 arriva il messaggio: i passeggeri
che sbarcheranno per visitare Puerto
Eden, dovranno indossare un salvagente.
Dall’imbarcadero di Puerto Eden prendono
il mare molte barchette gialle, quelle che ci prenderanno a bordo per portarci
a terra. Sulla nave "EVANGELISTAS Valparaiso" ci mettiamo in fila indiana e ci prepariamo ad un
nuovo imbarco. Il mare è calmo, le barche di Puerto Eden larghe e sicure; in pochi
minuti siamo a terra. Circa novanta persone vivono qui permanentemente, hanno
chiesa, scuola con Internet e telefono.
Angela |
Vivono di pesca e turismo. Oggi, eccezionalmente ci sono
quasi 32 gradi.
Percorriamo su e giù tutte le passerelle in legno che
costituiscono le strade di questo insediamento. Ci sono case ricoperte di
ondulina, case in legno, piccole insenature con barche e tantissimi fiori:
ranuncoli gialli, e fucsia di Magellano, muschi e arbusti bassi, verdissimi.
Saliamo fino ad un punto dove ci sono un’altissima antenna che capta vari
segnali, compresi quelli per i satellitari che abbiamo incontrato fuori da
qualche casa, e un mirador per osservare il bellissimo paesaggio sul
mare. Ci sono due bottegucce che vendono
souvenir ovvero cesti e cestini, borsette fatte di erbe intrecciate, qualche
oggetto in legno, cartoline, ec.
Sono quasi le 20, bisogna allungare il passo e velocemente
ridiscendere fino all’imbarcadero, mentre qualcuno del villaggio ha già cenato
e sta seduto fuori dalle propria casa. Mi imbarco per ultima, ripetiamo tutto
il passaggio fatto per arrivare a P. Eden, e dopo qualche minuto siamo di nuovo
sulla Evangelistas, pronti per la
cena. Il caldo eccezionale della giornata, ci ha rosolati.
Sunday, 20 January 2013
We have left the open-ocean stage of our journey behind us and are heading into yet another channel; the sea is smooth, and it is a warm, sunny day. Lunch is served half an hour early because of a scheduled visit to the Tempanos Glacier at 2:00 in the afternoon. The glacier is located at the end of a fjord. Everything proceeds according to plan, and at 2:00 we approach the enormous mass of ice, a dark color on the surface and an intense blue where the surface is wearing away. Everyone takes hundreds of pictures. An inflatable raft is lowered into the water and a few crew members retrieve some ice for the bar. The whole operation involves a lot of passengers on the second deck, because once the ice arrives, there will be lots of drinking. The ship will exit the fjord by retracing its steps and then continues along the route towards Puerto Eden, where a small community can be visited for the price of 5,000 pesos chilenos.
Lunedì 21 gennaio 2013
Sunday, 20 January 2013
We have left the open-ocean stage of our journey behind us and are heading into yet another channel; the sea is smooth, and it is a warm, sunny day. Lunch is served half an hour early because of a scheduled visit to the Tempanos Glacier at 2:00 in the afternoon. The glacier is located at the end of a fjord. Everything proceeds according to plan, and at 2:00 we approach the enormous mass of ice, a dark color on the surface and an intense blue where the surface is wearing away. Everyone takes hundreds of pictures. An inflatable raft is lowered into the water and a few crew members retrieve some ice for the bar. The whole operation involves a lot of passengers on the second deck, because once the ice arrives, there will be lots of drinking. The ship will exit the fjord by retracing its steps and then continues along the route towards Puerto Eden, where a small community can be visited for the price of 5,000 pesos chilenos.
As
the hours pass under a sweltering sun, we see in the distance the wreck of an
abandoned Greek ship which now houses seagulls. Soon afterward, we see on a
cliff the white image of a statue representing the Virgin Mary.
The
mountains we are approaching in this stage of the journey are lower and more
desolate than those we saw earlier. There are many little islands and cliffs,
always marked by lights or by white and red poles.
Around
6:30 in the evening a message arrives: the passengers who will disembark to
visit Puerto Even will have to put on a live jacket. We will be taken ashore by
a number of little yellow boats. Thus we begin filing up on the Evangelistas
Valparaiso ship and preparing for the new boarding experience.
The
sea is calm, the boats of Puerto Eden are wide and safe, and in just a few
minutes we reach the land. About ninety people live here permanently. They have
a church and a school with Internet and phone service. Today, exceptionally, it
is 32 degrees. We walk up and down all of the wooden boardwalks which make up
the streets of this settlement. There are houses covered in corrugated tin,
wooden houses, little inlets with boats and lots of flowers: yellow buttercups,
fuchsia, mosses and short, very green shrubs. We climb up to a point where
there is a very tall antenna that gathers a number of signals, including the
satellite signals used by a number of the houses here. There is also a mirador to observe the beautiful
landscape overlooking the sea.
There
are two little shops which sell souvenirs in the forms of baskets big and small,
bags made of woven grass, some little wooden objects, postcards and so on.
It is almost 8:00 p.m. and
we need to speed up in order to reach the embarcadero on time. Some of the
villagers have already eaten dinner and are sitting outside their houses. I am
the last to embark. We then retrace the same steps we followed to arrive to P.
Eden, and after a few minutes we are again on the Evangelistas, ready for dinner. Our skin turned pink under the
exceptional heat.
Lunedì 21 gennaio 2013
Siamo alla tappa finale, quella che ci porterà attraverso il
fiordo Ultima Esperanza a Puerto Natales. Il cielo è buio, le
montagne ai lati del lungo Canale Sarmiento in parte coperte da nubi.
Grigio il cielo, verde grigio il mare, liscio come l’olio.
I turisti che hanno fatto le ore piccole nella festa con
danze latino-americane, dormono. Gli altri leggono, dialogano, i bambini
(francesi) fanno i compiti con la mamma.
Verso le 14,30 c’è un passaggio in canale molto stretto.
Torna il divieto di entrare nella cabina di comando, e tutti si rimettono a
fotografare e ad osservare le due distinte rive in silenzio.
Monday 21 January 2013
We
are in the final leg, the one which will lead us through the fjord of Ultima Esperanza to Puerto Natales. The sky is dark, the mountains flanking the Sermiento channel partly covered by
clouds. The sky is grey, the sea is green-grey, and as smooth as oil.
We
spend the morning between breakfast and the presentation of the day’s plans,
including disembarkation. Those tourists who stayed up until the wee hours
partying with Latin-American dancing are still sleeping. The others are reading
or talking, while the (French) children are doing their homework with mother.
Around
2:30 in the afternoon there is another passage through a very tight channel,
and once again it is forbidden to enter the captain’s cabin, and everyone
starts taking pictures and watching the two distinct shores in silence.
After
this difficulty has been overcome, we are again allowed access into the
captain’s cabin.
The
journey is now over, except for the big maneuvers in the port which will allow
us to set foot on the shore. Our baggage will arrive two hours later, and the
Melinda Hostal awaits us – little do we now know what a disappointment it will
reveal itself to be.
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