Saturday 26 January 2013
"La vita è ciò che facciamo di essa. I viaggi sono i viaggiatori.
Ciò che vediamo, non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo."
(Fernando Pessoa)
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Da P.Natales la prima fermata, dopo un'ora, è a Cerro Castillo,
a due passi dalla Dogana fra Cile e Argentina.
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Il Parco fu creato nel 1959 e dichiarato nel 1978 dall'Unesco Reserva de la Biosfera. Ha una superficie di 227.000 ettari. E' amministrato da CONAF, e fa parte del Sistema Nazionale delle aree protette.
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Qui la sosta è per un caffè e per sbirciare fra i vari souvenirs. |
L'attrazione principale è la catena del Paine, sistema montuoso indipendente dalle Ande patagoniche, formata da rocce sedimentarie nella parte alta, e granito alla base. Le forme imponenti di questa catena furono modellate
dall'avanzamento e ritiro dei ghiacciai, piu' di 12 milioni di anni fa.
Paine significa blu, in lingua mapuche, per il colore di queste montagne all'alba e al tramonto.
Il parco è habitat di animali selvaggi e flora subantartica, unica nella sua specie. La sua biodiversità attrae ricercatori e scienziati da tutto il mondo che studiano i suoi 17 ecosistemi.
All'interno del Parco, infatti, convivono rocce, laghi, lagune e fiumi. Una ricchezza naturale che incanta, soprattutto quando (fortuna rara) la visita di un solo giorno è "premiata" da sole, in assenza quasi totale di nubi.
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The park was created in
1959 and was declared Reserva de la Biosfera in 1978 by Unesco. It
has a surface area of 227.000 hectares. Administered by CONAF, it is part of
the National System of protected areas.
The main attraction is the Paine mountain range, which is independent of the
Patagonian Andes, formed at the top by sedimentary rocks and below by granite.
This mountain range gets its impressive shapes from the advancing and
retracting of glaciers more than 12 million years ago.
The name Paine, which means
blue in the Mapuche language,
comes from the color that these mountains take on at sunrise and sunset.
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In questo settore la tecnologia è tutta italiana.
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The park is the habitat of wild animals and unique sub-Antarctic flora
whose biodiversity attracts researchers and scientists from all over the world who
come here to study its seventeen ecosystems.
Inside the park, in fact, rocks, lakes, lagoons and rivers dwell together,
giving the place a captivating natural beauty, especially when one has the rare
fortune of finding the sun shining in an almost cloudless sky just on the day
one has chosen to pass through.
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Un grandissimo gregge di pecore viene trasferito in altra zona |
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Gaucho che con i cani spinge in avanti il gregge
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Gauchos e cani |
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Lago Sarmiento dalle sponde bianche |
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Le famosissime Torri del Paine, difficili da scalare |
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Laguna Amarga (amara) |
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Laguna Amarga (amara) |
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Due coraggiosi cicloturisti |
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I guanaco, fra gli animali più presenti nel Parco. La loro carne è commestibile e i cileni la mangiano, come la mangiavano gli indios Mapuches che davano loro la caccia. |
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Uno degli ingressi al Parco, quello dove la nostra guida ha comperato i "costosi" biglietti |
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Autostoppisti in attesa di un passaggio |
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Un possente mezzo tedesco, una specie di Hostal mobile per turisti |
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Indice di radiazione raggi ultravioletti, per invitare i visitatori del Parco a proteggersi. |
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Altro delizioso guanaco |
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Salto Grande ovvero cascata |
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Salto Grande con effetto rifrazione luce (arcobaleno) |
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Mezz'ora di sosta, presso il Lago Pehoe |
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Lago Grey sul quale la corrente ha trascinato un grande iceberg, staccatosi da un vicino ghiacciaio. |
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