Partiamo da La Paz la mattina presto, per evitare il traffico verso El Alto; ripercorriamo i 70 km fino a Tiwanaku, andiamo oltre, e poco dopo siamo all'imbarcadero di San Pedro de Tiquina, dove i veicoli passano lo stretto su grandi chiatte, mentre le persone viaggiano a bordo di una lancia.
Questa "MARAVILLA" è l'antico mare interno (d'acqua dolce) fra Perù e Bolivia, detto Lago Ballivian che occupava l'Altipiano prima dell'abbassamento del livello dell'acqua (3820 metri), provocato dalle faglie geologiche e dall'evaporazione. Non è il più alto del mondo (Cile e Perù hanno bacini più elevati); per grandezza è il secondo del Sud America e raggiunge in un punto i 457 metri di profondità.
Copacabana (Copa), vista dal giardino di un Hostal, sotto il Cerro Calvario (3950 m. ca.), dal quale si può ammirare il miglior tramonto sul lago |
La Costanera è la mezzaluna di sabbia di Copacabana; rappresenta l'unica spiaggia della Bolivia, e il posto dove ci si imbarca per l'Isla del Sol e Isla de la Luna (Koati) |
La Catedral in stile
mudèjar, di un bianco abbagliante, con piastrelle di ceramica blu (azulejos, in spagnolo e portoghese). E' dedicata alla Virgen de la Candelaria o Virgen Negra, venerata
in tutto il Sud America. La rinomata spiaggia brasiliana di Copacabana (Rio de
Janeiro) ha lo stesso nome, perché
lì fu portata una replica di questa Vergine. L'originale si trova nel Camarin
de la Virgen de Candelaria, sopra l'altare maggiore della Cattedrale.
In occasione delle processioni (2 febbraio, Candelaria, poi
Semana Santa; a seguire Fiesta de La Cruz, in maggio, ecc., dell'Indipendenza
in agosto) per le strade sfila una
copia, dato che si pensa che se la Vergine venisse disturbata, si potrebbe
avere un pauroso straripamento del lago.
Bancarelle per la vendita di fiori, candele e riproduzioni della Vergine
|
Fiori freschi da donare alla Vergine |
Particolare del portone d'ingresso alla Cattedrale con la rappresentazione dell'arrivo a Cocha della Vergine (2 febbraio 1583), su un'imbarcazione di totòra, canne palustri del Lago, come ancora è in uso per accompagnare i turisti. I tratti indigeni di questa Madonna, e i "miracoli" della pioggia da lei compiuti, portarono molti indios alla conversione.
L'immagine della Vergine, che
regge un bambino, fu realizzata in pasta di maguey (agave) e stucco; il corpo è
rivestito da una lamina d'oro, gli abiti sono simili a quelli di una
principessa inca. L'autore dell'opera fu un intagliatore inca.
Artigianato boliviano in vendita davanti alla Basilica |
Copia della Virgen, ricoperta da ricche vesti |
Magnifici fiori di carta, a forma di cantuca, campanula a tre colori, fiore nazionale del Paese |
Riproduzione della Virgen, esposta nel Camarin |
Fuori dalla Basilica, c'è uno spazio dovesi possono accendere ceri e creare questi"disegni" realizzati con cera fusa |
L'approdo all'Isola della
Luna, uno dei punti dove arrivano le lance che partono da Copacabana. La sosta è
breve, non sufficiente per salire a visitare il monastero inca dove le
Vergini (bambine di otto-dieci anni) venivano sacrificate al sole e alla luna.
Qui abitano circa venti famiglie. Si può campeggiare liberamente, chiedendo loro il permesso o affittando una stanza. Serve portarsi scorte d'acqua |
Si bruciano erbacce in un piccolo campo, forse si cerca di rendere più fertile questa arida terra che potrà dare solo patate e quinoa
|
I pesci che si pescano nel lago sono stesi al sole a seccare
|
Mangiamo una trucha criolla (la trota fu introdotta nel Lago nel 1939, per arricchire con proteine la dieta locale), seduti di fronte al "mare". |
Donne che chiacchierano al sole, mentre lavorano ai ferri o filano
|
Barche in totora che si continuano a costruire
solo per mostrarle ai turisti e permettere
brevi navigazioni attorno all'isola
|
Scala dell'Inca, accanto alla quale scorrono tre canali artificiali dove scende l'acqua che alimenta l'isola e mantiene un bel giardino terrazzato |
Questi poveri somarelli trasportano pietre, materiali per l'edilizia, acqua e cibo su per i sentieri che attraversano l'isola.
|
Nessun commento:
Posta un commento