LA
PARTENZA DA UYUNI PER IL
SALAR
ovvero
l'inizio di un viaggio tutto sommato fortunato (poteva andarci peggio; ci siamo
salvati da buche che potevano farci cappottare), sebbene le premesse non fossero
delle migliori. Abbiamo acquistato due passaggi (A/R), pagato l'Agenzia
Incawasi, (dopo aver preso informazioni, dal proprietario del nostro Hostal),
per un pacchetto di tre giorni e due notti, ma prima dell'inizio del tour siamo
stati "venduti" a Full Adventure, tutto questo grazie ad accordi fra
i due gestori, come frequentemente succede, anche in altre località boliviane.
Alla partenza siamo sei persone, e un giovane autista tutto fare (guida, ma
parla pochissimo; cuoco, ma l'igiene è garantita il giusto; meccanico, evita le
buche più dure, ma il suo mezzo ha gomme consunte).
Il
Salar è una distesa di oltre 10.500 Km quadrati; è il più grande ed elevato del
mondo, si trova fra i Dipartimenti di Potosì e Oruro. Si stima contenga 10
miliardi di tonnellate di sale. E' formato da undici strati di diverso spessore
(da 2 a 10 metri). Rappresenta per la Bolivia una miniera di denaro, perché
contiene un terzo di Litio dell'intero pianeta, oltre a Potassio, Boro e
Magnesio.
40.000 anni fa faceva parte del lago Minchin, dal
quale poi si sono formati il Poopò e l'UruUru, e due Salar: Coipasa e Uyuni.
Nota: Red Planet Expedition è l'unica agenzia seria e professionale, con la quale purtroppo noi non siamo andati.
DA UYUNI A CHUVICA, dove pernotteremo, 1° giorno
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Cementerio de Trenes (Cimitero dei treni,) prima periferia
di Uyuni; doveva diventare unMuseo della Ferrovia,
ma non ci spera più nessuno |
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L'ingresso al pueblo di Colchani, sosta funzionale a fare acquistare ai turisti merce di scarsa qualità; qui, a 7 km da Uyuni si vive di piccolo commercio
e della lavorazione del sale |
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Una carovana di 4x4 si rimette in moto |
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Il Salar si presenta in inverno di colore grigio-sporco; qui
siamo prossimi al Salt Hotel, struttura costruita interamente
con blocchi di sale, poi caduta in disuso (2002),
oggi utilizzata come area di sosta
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Salt Hotel, interamente in sale, compresi tavoli e sedili |
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Dove è passata la Dakar sono rimasti questi
monumenti, nella speranza che il rally
venga ripetuto nel 2015, e a seguire |
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Le "creste" delle Ande all'orizzonte |
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Riprendiamo il percorso per raggiungere La Isla de Los Pescados, detta anche Incahuasi, casa dell'Inca |
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Su quest'isola sono stati trovati sette siti archeologici appartenenti alla cultura Tiahuanaco, due rovine Inca, varie caverne e gallerie |
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L'ingresso è a pagamento, ed è consentito dal 2006;
La sfida fra turisti dello stesso gruppo è vedere
chi prima arriva alla bandiera boliviana |
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L'isola è ricoperta da grandi cactus, i più antichi hanno oltre mille anni |
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Questi deliziosi e coloratissimi uccellini sorvegliano l'area nella quale i turisti sostano per mangiare (riso, insalata e poco altro, ciò che ci ha fornito il nostro autista/cocinero).
Così riescono a recuperare qualche briciola |
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Questi lama "infiocchettati" si esibiscono per i turisti |
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Un copertone del nostro 4x4, già in sofferenza,
fra pochi chilometri scoppierà e sarà da sostituire |
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Viaggiamo in direzione di Chuvica, dove ci attende un altro Hotel, interamente di sale, nel quale pernotteremo |
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Questi signori si riscaldano con l'ultimo raggio di sole |
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All'altezza di questo cartello, il nostro autista è
sceso, noi tutti con lui; la gomma ha ceduto ed
è stata sostituita con un'altra,
completamente liscia |
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Nell'hotel di sale ci laviamo, ceniamo e andiamo a dormire, mentre il nostro autista/guida/cocinero ritorna a Uyuni, per procurarsi un'altra gomma (ma sarà poi vero?)
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DA CHUVICA ALLA LAGUNA COLORADA, dove dormiremo, 2° giorno del nostro tour
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Siamo sempre a Chuvica; è l'alba del secondo giorno di viaggio, stiamo per ripartire, dopo aver fatto colazione |
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Chuvica si sveglia e ci presenta le sue case
in adobe e tetto di paglia
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Oggi viaggiamo per raggiungere lagune e flamencos (fenicotteri) |
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Mirador del Vulcano Ollague, attivo, con una delle due fumarole in funzione |
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Resti di antichissime colate di lava |
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Scattiamo fotografie e ripartiamo |
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Salar de Chiguana, un deposito salino con presenza di boro (Dipartimento di Potosì), vicino alla frontiera
con il Cile, a 3600 metri sul livello del mare |
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Flamencos (fenicotteri rosa) il cui colore è dovuto a microrganismi e alghe di cui si alimentano
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Il pranzo è servito, freddo, mentre soffia un forte vento gelido; sul portapacchi la gomma di scorta, in condizioni pessime |
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Un altro uccellino aspetta le nostre briciole
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