Il blog di Angela e Giorgio
fotografi erranti, dalle Americhe all'Asia, alla ricerca di istanti di Bellezza da catturare e raccontare

Ideazione e progetto grafico: Monica eFFe

Traduzioni all'inglese: Sara Russell e Monica eFFe




“Il vero nucleo di base dello spirito vivente di un uomo è la sua passione per l'avventura. La gioia della vita proviene dai nostri incontri con nuove esperienze e, quindi, non c'è gioia più grande che avere un orizzonte che cambia incessantemente, per ogni giorno avere un nuovo e diverso sole. Se vogliamo ottenere di più dalla vita, dobbiamo perdere l’inclinazione per la nostra monotona sicurezza e adottare uno stile di vita più improvvisato, che in un primo momento ci sembrerà un poco folle. Ma, una volta che ci siamo abituati ad un tale stile di vita, comprenderemo il suo pieno significato e la sua incredibile bellezza. Non fermarsi, non stare seduti in un solo posto. Spostarsi, essere vagabondi, fare di ogni giorno un nuovo orizzonte”.

(Christopher McCandless)*

*Da ...”INTO THE WILD” di Jon Krakauer.











giovedì 26 marzo 2015

DA TRUJILLO A LIMA, QUASI TUTTO DESERTO









Il "Norte Grande" fra Trujillo e Lima, spazzato dal vento e dalla sabbia. Bisogna attraversarlo tutto, per rientrare nella Capitale e tornare in Italia.
Ecco le immagini, scattate dalla poltroncina panoramica (secondo piano a destra) del nostro grande bus. Gli elementi attorno a noi sono sempre: nastro d'asfalto, montagne all'orizzonte e un po' di vegetazione ai lati, fino a quando non si incontra sulla destra l'Oceano Pacifico.






























Vesique (Chimbote), panamericana norte, km 418





























































































































































































Panamericana, km 317










Poi ci si avvicina ancora un po' all'Oceano Pacifico e alle sue grandi spiagge.























































Municipalidad Distrital de Culebras: zona di protezione del cormorano grigio (chuita) e del gabbiano (gaviota).



























Ci fermiamo per mangiare e bere qualcosa, ognuno a suo gusto.





Il paesaggio di sabbia e terra creato dal vento



L'Oceano, a strapiombo, è sempre sulla nostra destra.





























Una delle tante baracche che si incontrano vicino al mare. Anche dall'altra parte della strada, per chilometri, ci sono altrettante baracche in canna, vere e proprie abitazioni.











Panamericana norte, km 150, in prossimità della grande baia e città di Huacho, dove si produce sale.

Ci avviciniamo a Lima e, una trentina di chilometri prima di Lima, il nostro bus prosegue per una strada tutta curve e non proprio larga, a precipizio sull'Oceano. Dalla poltrona panoramica (in alto) a destra, non si vede il bordo della strada, ma solo la ripida scarpata.
Non è più possibile fotografare, perché sulla sinistra abbiamo la montagna a picco e sulla destra l'immensa distesa dell'Oceano, e sta calando la sera.
Dopo circa una mezza ora di fiato sospeso, ci ritroviamo nel caos stradale di Lima, prossimi ad una Stazione dei bus, dove scendiamo e cerchiamo un taxi che ci accompagna a Miraflores, nel nostro Hotel prenotato in anticipo.
L'avventura sulle strade del Perù per ora è terminata; domani pomeriggio ci attende il volo di rientro in Italia.














lunedì 23 marzo 2015

TRUJILLO: RUINAS CHIMU













HUACA DEL DRAGON O DEL ARCO IRIS

E' uno dei Templi della Cultura Chimu meglio conservati, perché rimasto coperto sotto la sabbia fino al 1963, ma El Niño (il fenomeno atmosferico che ogni due o sette anni devasta le regioni costiere del Perù) nel 1983 ha provocato gravi danni ai fregi. Si trova nel sobborgo detto La Esperanza, 4 km da Trujillo.

E' chiamata Huaca del Dragon, per i tanti fregi che rappresentano un serpente bicefalo, ma anche *Huaca Arco Iris, perché? i riti che qui si svolgevano potrebbero essere stati legati alla fertilità. Nella parte alta della Huaca, infatti, guardando verso il basso, si possono vedere dei contenitori nei quali sono state rinvenute ossa infantili.

*** Il termine huaca, waca o guaca, dal quechua wak'a, designava tutte le entità sacre per gli inca: santuari, templi, idoli, tombe, mummie, animali, fino a quegli astri dai quali gli ayllus (famiglie domninanti allargate) credevano discendessero i propri antenati, comprese le deità principali, come il sole e la luna, che erano venerati attraverso varie cerimonie.


Ecco i fregi a forma di drago, qui purtroppo molto rovinati.



























































































Il serpente bicefalo o drago, da cui prende il nome questa Huaca della Cultura Chimu.


















































In questi contenitori sono state rinvenute ossa di bambini



Il punto più alto della Huaca, da cui si domina il sobborgo La Esperanza.





Alzando lo sguardo verso le vicine montagne, si vede come l'insediamento umano stia avanzando nel deserto.




































CHAN CHAN (850 - 1470 d. C.)
Patrimonio mundial de la humanidad, dal 1986.

"Somos parte de este barro eterno


al que el mundo conoce
como CHAN CHAN"



Visita il sito del Governo peruviano, http://chanchan.gob.pe/institucion/objetivos-generales 

il sito, http://www.worldheritagesite.org/sites/chanchan.html
dove si solleva qualche dubbio sull'autenticità dei fregi, troppo perfetti per essere originali, secondo quanto sostenuto da Icomos (Internacional Concil on Monuments and Sites)

E' la più grande città precolombiana delle Americhe, costruita dai Chimu,(che si insediarono nella Valle dopo i Moche) e la più grande al mondo edificata in mattoni di adobe; è sopravissuta con le sue ricchezze (oro, argento e ceramiche) fino all'arrivo degli spagnoli che la saccheggiarono. Quando arrivò Pizarro (1532), la città era solo un riflesso del suo antico splendore. 
Durò a lungo la convinzione che celasse grandi ricchezze e in tanti continuarono nei secoli a cercarle.
La restante devastazione fu ed è, anche in anni recenti, ad opera del fenomeno del Nino, che ha eroso le mura, e continua a distruggere quello che rimane, già molto fragile per l'alto contenuto di sale nella materia usata, sale che favorisce il collasso delle strutture.

Chan Chan o città del sole, nella lingua locale, si trova nella Valle del Rio Moche, di fronte al mare a metà strada fra la spiaggia di Huanchaco e Trujillo, città da cui dista cinque chilometri.
L'area copre una superficie di circa venti chilometri quadrati. E' formata da dieci recinti reali, circondati da mura, chiamati ciudadelas. Ognuna di queste era autosufficiente, comprendeva luoghi pubblici e privati, di servizio e di culto. In ognuna veniva sepolto il sovrano del complesso, assieme a giovani e donne sacrificati, a intere stanze ricolme di tessuti, ceramiche e gioielli,
perché l'arte orafa era ben sviluppata.
Mentre di dava sepoltura al sovrano morto, il nuovo si impegnava a erigere la propria cittadella.


Nella parte più a nord dell'area archeologica si trova la cittadella più grande, detta Gran Chimu.

Questa Cultura si differenzia dalle altre, per le decorazioni con motivi marini: pesci, pellicani, reti da pesca, data la vicinanza all'Oceano Pacifico.


La parte centrale della città occupa un'area di circa sei chilometri quadrati; il resto è costituito da piccole strutture mal conservate, canali, muraglie e cimiteri.

Fra il 600 e il 700 d. C., nella costa nord del Peru' nasce un nuovo modello urbano, la cui struttura centrale non sarà una piramide, ma un sistema di stanze e edifici, circondati da grandi muri o canchones, luoghi con funzioni cerimoniali e amministrative.
I Chimu furono vinti dagli Incas nel 1471, ma poi furono saccheggiati 
dagli Spagnoli.
Chan Chan fu "mappata" e studiata da molti viaggiatori, a partire dal XIX secolo, e nel XX, quando l'archeologia divenne una scienza riconosciuta. 
Il Governo peruviano destina risorse e impegno ad un continuo monitoraggio dell'area, impegnando le più avanzate tecnologie, ma gran parte della città rimane da scavare, studiare, tutelare.


Doppie mura a protezione della città

 

L'ingresso al sito archeologico

 


Nik An o Casa Centrale, chiamato anche, dal nome dello scopritore, Complesso di Tschudi (costruito attorno a 1400 d.C.), è lo spazio più studiato e restaurato, l'unico che si può visitare; è formato da tre piazze e recinti, con funzioni amministrative e cerimoniali, dedicato al dio del mare Ni.
Jacob Von Tschudi, linguista e naturalista svizzero, arrivò nel 1838 in Perù, affascinato dalle sue antiche culture; conobbe Mariano Eduardo Rivero, uno dei massimi archeologi dell'epoca e, assieme, a partire dal 1841, esplorarono ruinas de ciudades perdidas, superando ogni tipo di difficoltà. Nel 1851 pubblicarono a Vienna: Antigüedades peruanas. 
I loro studi furono dedicati soprattutto a Chan Chan, capitale del regno Chimu fra il IX e il XV secolo, e ai suoi palazzi, chiusi fra alte (fino a 12 metri) e spesse mura. I Chimu, eredi dei Moche e Huari, costruirono una rete di canali, sfruttando il Rio Moche,  per portare l'acqua nel deserto, reso così molto fertile.
Fuori dalla grande città, edificarono insediamenti più piccoli per i loro funzionari e, nella periferia, abitazioni per artigiani e orti.


I Chimu furono influenzati dalle Culture vicine, come Cajamarca e Huari. Manifestarono la loro abilità come artigiani nella produzione di ceramiche nere, visibili in tutte le collezioni museali, private e pubbliche, ma anche svilupparono abilità nella lavorazione dei metalli e di leghe diverse. 









Fregi che potrebbero rappresentare delle lontre
Complesso Tschudi: fregi marini con pesci e pellicani































Fregio che ricorda una rete da pesca






































Trono interrato nel Patio ceremonial


























































Sale delle udienze






Sale delle udienze o Templetes, spazi dedicati al culto, alla raccolta delle offerte e dei tributi, destinati alle divinità.






Alla base del fregio in forma di rete da pesca, ci sono figure di pellicani.












































































































































Modellino del sito in una ricostruzione verosimile











































Grande Pozo ceremonial, dedicato al culto dell'acqua e a quello della fertilità. Questo pozzo, che forniva alla città l'acqua necessaria, serviva, inoltre,  per le osservazioni astronomiche del cielo. I Chimu erano interessati alla Luna, più che al Sole. Era una società organizzata su una rigida gerarchia, alimentata da un mito secondo il quale il sole per popolare la terra avrebbe creato tre uova: uno d'oro per l'elite dominante, d'argento per le loro mogli, di rame per tutti gli altri.

























































































La camera mortuaria, a forma di T, nel recinto funerario. In questa tomba fu sepolto il Signore dei Chimu, e nella stessa piattaforma furono collocate 44 persone del suo seguito, comprese concubine e coloro che officiavano i riti.








Altre sepolture, che accompagnarono quella del Signore dei Chimu






Alcuni uccellacci neri (gallinazos, uccelli spazzini) oggi vigilano sul cimitero.


Corriamo a dare un'occhiata a Huanchaco, per goderci il tramonto sull'Oceano. Il vento soffia forte, le nubi minacciano pioggia, non è tempo per noleggiare un caballito de totora,   per provare l'ebbrezza di stare a cavalcioni di un fascio di giunchi. Qui i pescatori le usano e le sanno ancora fabbricare. Vi ricordate le imbarcazioni viste sulle isole del Lago Titicaca? E' lo stesso giunco, la forma qui è più semplice (un solo fascio), ma i pescatori le usano dopo 2000 anni, come abbiamo visto in certe ceramiche moche.
In alternativa, d'estate, potete dedicarvi al surf con tavola, anche se principianti.
Il Carnevale qui è ogni anno un evento di richiamo, ancora di più lo è il Festival del Mar che si tiene ogni due anni (negli anni pari), la prima settimana di maggio. Si rappresenta l'arrivo dal mare del mitico Takaynamo, fondatore di Chan Chan, il tutto "condito" con iniziative culturali, culinarie, musica e danze.


Il Molo dove la domenica si pagano 20 dollari per entrare e ammirare i tantissimi gabbiani.










Ecco i gabbiani che accorrono al molo, attratti dal cibo che i turisti buttano in mare











































I caballitos de totora, posti sulla spiaggia ad asciugare.






























































Huanchaco è in espansione, basta osservare la densità di edifici sulla piccola baia.














Rientriamo a Trujillo