Il blog di Angela e Giorgio
fotografi erranti, dalle Americhe all'Asia, alla ricerca di istanti di Bellezza da catturare e raccontare

Ideazione e progetto grafico: Monica eFFe

Traduzioni all'inglese: Sara Russell e Monica eFFe




“Il vero nucleo di base dello spirito vivente di un uomo è la sua passione per l'avventura. La gioia della vita proviene dai nostri incontri con nuove esperienze e, quindi, non c'è gioia più grande che avere un orizzonte che cambia incessantemente, per ogni giorno avere un nuovo e diverso sole. Se vogliamo ottenere di più dalla vita, dobbiamo perdere l’inclinazione per la nostra monotona sicurezza e adottare uno stile di vita più improvvisato, che in un primo momento ci sembrerà un poco folle. Ma, una volta che ci siamo abituati ad un tale stile di vita, comprenderemo il suo pieno significato e la sua incredibile bellezza. Non fermarsi, non stare seduti in un solo posto. Spostarsi, essere vagabondi, fare di ogni giorno un nuovo orizzonte”.

(Christopher McCandless)*

*Da ...”INTO THE WILD” di Jon Krakauer.











venerdì 25 febbraio 2011

CITTA DEL MESSICO - Barrio Chino

Ciao a tutti, siamo alla stazione dei bus di Uruapan che abbiamo raggiunto stamattina da Paracho in taxi. Aspettiamo il bus per fare ritorno a Città del Mex. Giorgio è felicissimo (anche se molto stanco) perchè finalmente si è comperato la sua terza bellissima chitarra: è bella, buona e non parla!!!!!!!!!!!


























































Foto: Città del Messico, El Barrio Chino ovvero la China Town della Capitale. E' stato riaperto nel 2006, è una strada sola, abbastanza corta, piena di negozi che vendono merce cinese (del tipo addobbi e cianfrusaglie per il nuovo anno) e ... ristoranti cinesi. La cosa curiosa è che quasi tutti coloro che vendono sono messicani, non mi era mai capitata una situazione simile.
A lato della strada è stato costruito un tradizionale arco d'ingresso al quartiere cinese.
Insomma qui i cinesi ci sono, ma non si vedono. Un amico messicano nel 2006 mi raccontò che il 90% delle immagini a stampa della Virgen de Guadalupe (onoratissima Virgen negra) era prodotto dai cinesi e commercializzato in tutto il Messico. In realtà, qui come a casa nostra, i negozi e i banchi dei venditori ambulanti sono stracolmi di merce Made in China!

Il mercato della domenica a Paracho

quando dal circondario tutti arrivano a comperare cibo, cesti, abbigliamento, e ne approfittano per mangiare più di ogni altro giorno:


























giovedì 24 febbraio 2011

PARACHO TERRA DI LIUTAI

Ciao Monica .... da ieri siamo a Paracho, un piccolo paese, circondato da montagne e popolato da molti indios Purépecha,  le cui donne vestono ancora coloratissimi abiti e bluse ricamate a mezzo punto.
Questo luogo è famoso in tutto il mondo per la produzione di chitarre e liuteria, in generale. Tanti abilissimi artigiani si tramandano questa abilità manuale, riconosciuta dai migliori concertisti.



Ieri il paese sembrava spopolato, solo nel pomeriggio un po' si è animato lo zocalo con su due lati i portales, al centro el kioske, e di fronte la chiesa e il mercato coperto, come si può ritrovare in ogni piccolo centro messicano.
Su lo zocalo (slargo o piazza di forma rettangolare) c'erano poche bancarelle che vendevano biglietti e addobbi per il giorno di S. Valentino. In Messico è sempre una gran lode all'amor, nella musica, nella TV, nella cultura popolare, con il risultato che bambine, soprattutto indie di 14-15 anni, girano già con nel rebozo (la lunga e coloratissima sciarpa che si usa per mille cose diverse) un piccolino , e a fianco, talvolta (ma non sempre) un marito-bambino. Così capita anche alle ragazzine che proprio indie non sono. E abbiamo storie a questo proposito, con finale tristissimo.
Giriamo tutto il pomeriggio per botteghe di lauderos (liutai) e ci ritroviamo alle 20 di sera, senza sapere che qui dopo quest'ora, non si può mangiare da nessuna parte che non siano i banchi del mercado, dove solo si ingurgitano cose per noi inaffrontabili: carne di tutti i tipi e fritti.
Rientriamo nell'hotel Santa Fé con solo alcuni mandarini e due pan dulces, quelle che noi chiamiamo brioches e che qui sono enormi, il tutto ci sazia per la notte.
Oggi domenica, il paese delle chitarre è diventato un immenso mercato a cielo aperto, così come capita anche ogni giovedì. Da tutto il circondario con i combi (piccoli van che applicano un biglietto a costo ridotto) o con dodge propri, calano al mercato intere famiglie indie, gruppi di donne con i bambini, mentre sembra che tutta Paracho si riversi per la strada a comperare montagne di cose, è la solita febbre dello shopping!!!:
Da verdura meravigliosa, a carne, formaggi , cesti, scarpe, abiti sia usati che nuovi,  tessuti o bordure per abiti purepecha, bluse ricamate, gonne meravigliosamente plissettate e coloratissime.
Il mercato è occasione di incontro, di ciarla, di divertimento per i bambini è gioco di gruppo: il mercato è l'anima di ogni angolo del Messico, quando così ti si vuole rivelare. Questo secondo noi, ovviamente.



Qui c'è molto brio, leggerezza, animazione nell'aria, ma come sempre, qualcuno  ti dice di fare attenzione, perchè questi che vengono da fuori (indios) possono rubarti, sono violenti, ecc....
Non lo so se sia così ....?... certo le donne Purèpecha assomogliano nelle loro gonne alle nostre tzigane/spagnole dette oggi volgarmente zingare. Ieri abbiamo parlato con un poliziotto del luogo e anche lui ci ha detto di fare attenzione, ma che qui tutto è molto tranquillo. Il problema sono le bande di narcos che si affrontano per la conquista reciproca di territori in cui smerciare o fare passare la tanta droga che dal sud delle Americhe raggiunge il Nord e forse anche l'Europa.
La storia, comunque, sembra sempre ripetersi: le minoranze ovunque nel mondo vengono segnate dal marchio di reprobo,  violento, delinquente, ladro, ec. forse perchè qui la pelle india è color terra-cotta dal sole, come quella che noi in Europa ci rappresentiamo quando pensiamo agli indiani d'America!!
Può anche verificarsi che siano i nostri rumeni, slavi, albanesi, russi, extracomunitari, punkcabestia ecc., ovvero vi sia fra loro chi è uso a ogni tipo di robo (ruberia) e violenza; ma è anche vero che in Messico non è mai come appare, c'è sempre un fuoco che brucia sotto la cenere. Nella situazione mondiale del presente, ti sembra di percepire che negli Estatos Unidos de Mexico potrebbe riaprirsi (come si ha sentore in altri paesi del mondo) la questione di chi rappresenta chi, ovvero del potere.


Paracho (2800 m), villaggio nello Stato del Michocan, territorio degli indios Purépecha: è famoso nel mondo per i suoi lauderos o liutai, abili costruttori di chitarre e strumenti musicali. Fu Vasco de Quiroga ad insegnare agli indios la lavorazione del legno, come ricorda la statua posta nello zocalo, di fronte alla chiesa)

sempre in partenza...

Sono le 6 della mattina, siamo in partenza per Uruapan, destinazione Paracho.
Andiamo in taxi fino alla stazione Observatorio e di lì abbiamo un bus extra lusso ETN per Uruapan;  quindi con un altro mezzo, molto popular (Segunda clase), raggiungeremo Paracho, piccolo paese di montagna, famoso in tutto il mondo per la liuteria. Conosciamo tutto il percorso perché lo abbiamo già fatto in passato, fermandoci qualche giorno a Uruapan. Giorgio vuole comperarsi una nuova chitarra a Paracho.
Non so se a Paracho nell'hotel ci sia la connessione wireless... Sì c'è.

lunedì 21 febbraio 2011

Scappo in Messico, ma ritornerò presto a San Francisco

A Città del Messico che per i messicani è México o D.F. (distretto federale) continua a fare un gran caldo afoso di giorno, la mattina presto e la sera è + fresco, la gente gira con i guanti!!!
L'amore che provavo per questa città è messo a dura prova dalla terribile inerzia dei suoi abitanti (hai presente Napoli??) e dalla tantissima polizia che presidia giorno e notte il centro storico. Gli investimenti + visibili del Governo Calderon (il loro Presidente) paiono proprio essere la militarizzazione di tutto, le auto e le troche (i van che usano, aperti dietro). I poliziotti vestono tutti di nero, sono armati fino ai denti, pencolano per strada magari seguendo di sera la partita di calcio sui cellulari: insomma gli storicissimi problemi di questo ricchissimo paese sono di nuovo affrontati con la forza militare. Questo, per me, è inquietante. Ti senti al centro di una guerra dichiarata di cui tu devi immaginare le mosse per non finire intrappolata in uno scontro armato. Questo in pieno centro, in pieno giorno. Come potrà finire questa partita???? E' effettivamente così che si combattono i narcos, la delinquenza endemica, il malaffare, la grandissima corruzione di questo come di altri Paesi??? Ai posteri l'ardua risposta, ma nel frattempo la città è congelata nella sua trascuratezza, ferma in attesa di sapere chi vincerà, per questo, mi sembra, si finge di non vedere o si sopravvive solo facendo finta di non vedere i poveracci-deformi per strada, i bambini che elemosinano, i vecchi che questuano, i mille venditori abusivi che in certe ore della giornata riempiono i già sconnessi marciapiedi, ecc.
Credo che, venendo noi da S. Francisco (dove pure a migliaia ci sono homeless e questuanti sui marciapiedi) ma dove si respira un'aria frizzante, che spinge alla risoluzione anche nella crisi mondiale che gli US attraversano, giungendo a México si rimane traumatizzati e ti viene da pensare: scappo in Messico, ma ritornerò presto a San Francisco ..

Quindi, México, è come un enorme meraviglioso gigante ( da 2000 metri di altezza), dalla storia millenaria, con i piedi bloccati nella melma della palude-acquitrino, sulla quale in effetti la città fu edificata dagli Aztechi che qui, impressionante, girano per strada, a volte con gli stessi abiti d'allora, per attirare i turisti.
Voglio dire che la continuità con un passato di 500 anni fa è, talvolta, disorientante.Tutte le pietre del centro storico sono azteche o quasi, i tratti somatici dei suoi abitanti o sono aztechi o sono meztizi (meticci: la nuova razza che si formò dopo la conquista spagnola, dalle unioni che derivarono fra indios ed europei): Sono i mestizos la maggioranza della popolazione.
Poi ci sono i discendenti diretti degli spagnoli, con tratti che però hanno risentito di tutto quello che è successo fra 1521 (anno della conquista) e il presente;  poi, più nascoste all'occhio umano, ci sono le famose 100 famiglie (ispano-messicane) che godettero del potere dopo l'arrivo di Cortèz (il conquistatore) e che ancora governano il paese. Il Messico è per superficie quasi sette volte l'Italia, ma è cugino nostro sotto tanti aspetti, anche questo delle 100 famiglie che manovrano il nostro di Bel Paese.
Angela
Giorgio ha già detto che qui non tornerà più; da sempre i marciapiedi del Centro sono pericolosi, perché pieni di trappole (scalini, dislivelli, buche, ecc..) ; l'altitudine  (2000 m) dà fastidio anche a me, assieme al grande caldo; il caos, dopo le 9 di mattina, è totale, anche nelle poche strade pedonalizzate del centro; poi ai mexicani piace vivere vociando, sempre sulla strada, mangiando in ristorantini improvvisati, oltre che in quelli autorizzati. I messicani passano la loro vita mangiando e bevendo, soprattutto per strada.

sabato 19 febbraio 2011

ARRIVO A CITTA' DEL MESSICO

Ed eccoci, finalmente, a Città del Messico
Sono le 19 quasi, siamo nel nostro abituale, meraviglioso HOTEL CATEDRAL (ricordatevene per quando verrete qui) che al 7 piano ha una terrazza con vista sul retro della Catedral, la Torre Latinaoamericana, il punto  più  alto della città, e una serie infinita di tetti, con terrazze.

E' tutto quasi come nel 2006, l'ultima volta in cui sono venuta da sola. Stessi negozietti, stesso inquinamento, stessi colori, stessa miseria insieme ad una grande ricchezza. E' come Napoli, miseria e povertà, immersi in una grande bocca di un vulcano spento. Qui, se arriva un giorno un terremoto con i baffi, salta il tappo del centro città, saltano tutti per aria. Nel centro storico, lo abbiamo visto tutte le volte che dagli anni novanta siamo passati di qui, gli edifici monumentali hanno, anche esternamente, l'onda dei terremoti passati, nel senso che sono inclinati e/o sprofondati, ma reggono.
Rispetto a SF fa molto caldo afoso, come da noi a luglio!!!!!!!!!!
Siamo svegli dalle 4, tutto il viaggio è stato lungo e interessante, per quel che si vede dall'alto, ma abbastanza faticoso.
Los  Angeles, vista in atterraggio, è un'immensa distesa di vita disidratata!!! Case basse, ma pochissime piante, e grumi di grattacieli. L'aeroporto è senza forma, in parte in ristrutturazione, e ci hanno fatto fare un giro in bus incredibile per portarci all'aereo per México.
Giorgio è abbastanza provato dalla fatica di tutte le pippe che devi affrontare in viaggio!! C'è sempre qualche imprevisto burocratico: ci hanno passati allo scanner almeno tre volte, ma uscire dagli States è stato molto semplice. Entrare in Messico, quasi ridicolo, non controllano quasi niente. 
Giorgio non ne poteva più di SF, ieri ha concluso in bellezza andando a piedi sul Golden Bridge, a toccare gli enormi cavi che lo reggono.
Io, al contrario, stamattina alle 5,30 quando siamo arrivati all'Areporto internazionale di SF sarei tornata indietro, perchè stare in quella città a me interessa moltissimo, avevo ancora tantissimo da conoscere, ecc.....



Sentiamo i rintocchi della immensa piazza della Cattedrale, tra poco mettiamo fuori il naso e andiamo a mangiare.

San Francisco è anche questo, e tanto altro..........







Vista su una parte della Baia, dalle alture di Lombard Street.

Cappelli "vissuti"



Cappelleria


Un giovanissimo, intraprendente, suonatore di strada.


Altri suonatori di strada, della "categoria" homeless; assai frequenti, ma discreti e non molesti.

Anche in strada c'è un angolino comodo per tutti.


San Francisco goodbye!!!!!!!!!!!!!!!!

mercoledì 16 febbraio 2011

A SORPRESA UN'OPERA DI ZHANG HUAN

Questa è una scultura di un artista cinese che adoro. E' vissuto per alcuni anni negli USA poi è tornato in Cina, dove sono le sue radici. Ora vive a Shanghai dove ha un laboratorio Factory con decine di falegnami e saldatori, che lo aiutano a realizzare le sue opere.
A settembre scorso, a Milano, c'è stata una sua Mostra, con pezzi da collezioni private italiane.
In Internet c'è tutto su di lui.
Quando io domenica mattina scorsa, andando all'Asian Art Museum, ho incontrato questa scultura subito ho pensato fosse lui. Per me è stata una grandissima emozione. Se fossi ricca comprerei una sua opera.
Egli, in realtà, è a metà strada fra un grande mercante-venditore di se stesso e un piccolo buddista.












lunedì 14 febbraio 2011

Un espresso al mitico Caffè Vesuvio


North Beach, quartiere italiano: a fianco della mitica City Light Store, c'è l'altrettanto famoso Caffè Vesuvio, luogo di ritrovo della Beat Generation. L'attuale gestore è un signore molto gentile (lo si vede vicino al bancone), la cui famiglia era molisana, ma lui non parla quasi per niente italiano.
L'ultima fotografia si riferisce ad una targa, poco distante; è stata voluta a ricordo di due famosi happening










CUPCAKES COLORATI DA LOVING HUT

L'ultimo giorno a S. Francisco siamo tornati a China Town e a North Beach, diretti al Golden Bridge per le fotografie precedenti.
Queste si riferiscono ad un delizioso caffè-pasticceria e al Ristorante Vegan Loving Hut (La Capanna dell'Amore ??), posto dove si mangia benissimo.



















Il sorriso di questa giovane barista, che parlava perfettamente italiano, era più radioso di un mattino di sole.