Il blog di Angela e Giorgio
fotografi erranti, dalle Americhe all'Asia, alla ricerca di istanti di Bellezza da catturare e raccontare

Ideazione e progetto grafico: Monica eFFe

Traduzioni all'inglese: Sara Russell e Monica eFFe




“Il vero nucleo di base dello spirito vivente di un uomo è la sua passione per l'avventura. La gioia della vita proviene dai nostri incontri con nuove esperienze e, quindi, non c'è gioia più grande che avere un orizzonte che cambia incessantemente, per ogni giorno avere un nuovo e diverso sole. Se vogliamo ottenere di più dalla vita, dobbiamo perdere l’inclinazione per la nostra monotona sicurezza e adottare uno stile di vita più improvvisato, che in un primo momento ci sembrerà un poco folle. Ma, una volta che ci siamo abituati ad un tale stile di vita, comprenderemo il suo pieno significato e la sua incredibile bellezza. Non fermarsi, non stare seduti in un solo posto. Spostarsi, essere vagabondi, fare di ogni giorno un nuovo orizzonte”.

(Christopher McCandless)*

*Da ...”INTO THE WILD” di Jon Krakauer.











giovedì 31 gennaio 2013

PUNTA ARENAS, CITTA' SPAZZATA DAL VENTO, SULLO STRETTO DI MAGELLANO // PUNTA ARENAS, A WIND-SWEPT CITY IN THE STRAIT OF MAGELLAN

Thursday, 31 January 2013







"Il vero viaggio di scoperta,  non consiste nel cercare nuovi paesaggi,  
ma nell'avere nuovi occhi".
 (Marcel Proust)
"The real voyage of discovery consists not in seeking new landscapes, but in having new eyes."







Siamo arrivati alle dieci di mattina a Punta Arenas, tre ore di bus da Puerto Natales. 
Per due ore abbiamo attraversato un paesaggio immenso e vuoto, quasi privo di presenze umane: molti animali al pascolo (cavalli, vacche, pecore), pochissime Estancias (insediamenti enormi dove il bestiame si alimenta 
all'aperto), qualche caserma di carabinieri, molta acqua (lagune, pozze, piccoli fiumi), con una vegetazione di alberi corrosi dal vento o seccati completamente dalle intemperie, solo piccoli appezzamenti coltivati, e moltissima erba alta che prende l'onda con il vento, e da lontano ti fa pensare al mare.
Nella prima parte del viaggio non abbiamo incrociato auto, solo due cicloturisti, piegati da folate "dantesche", che imperversavano anche a Puerto Natales.
Nell'ultima ora ci siamo imbattuti in qualche camion (due o tre), quattro bus, cinque o sei automobili. Due persone sono scese dal bus, all'incrocio con strade sterrate, dove un'auto le attendeva.
Per il resto solo uno spazio infinito, tormentato dal vento.
Poi siamo arrivati a pochi km da Punta Arenas, e abbiamo scorso in lontananza il mare (gonfio di onde spumeggianti). 
La piazzetta antistante il molo, sulla Costanera
Infine la periferia della città, tante case basse, piccole industrie. 
La coda di balena e le tre bandiere:  brasiliana ospite, cilena e patagonica.
Scesi dal bus, abbiamo conosciuto che cos'è la tempesta di vento e gocce d'acqua, in pieno sole, ed è stato così per tutta la giornata. Le folate sono così forti che non ci si regge quasi in piedi, ma, per chi abita qui, è pane quotidiano. Questa è l'estate, mescolata all'autunno, all'inverno, e alla primavera: manca solo la neve.
Punta Arenas, sta scritto sulla guida turistica (del Governo), come l'Australia, si trova nel sud del mondo. Si affaccia sullo Stretto di Magellano, ed è a 2.400 km più a sud di Sydney. 
Il grande orologio meccanico-elettronico, al centro della piazzetta.
Entrambi i luoghi furono prima colonie penali e molto più tardi acquisirono un carattere cosmopolita. I carcerati si unirono ai guardiani e si convertirono in coloni; molto dopo arrivarono numerosi immigranti europei, alcuni dei quali intrapresero attività che già alla fine dell'Ottocento resero prospera la città. I terratenientes (proprietari di grandissime estensioni), importarono dalle Falkland (Malvinas)  le pecore  e le allevarono nei loro possedimenti, che erano all'epoca più grandi di alcuni stati europei. Il porto divenne cosmopolita e tappa obbligatoria per le navi che raggiungevano la California. 

Piccolo cargo e nave crociera all'attracco.
Fino all'apertura del Canale di Panama (1914) lo Stretto di Magellano fu l'unica via di comunicazione fra Oceano Atlantico e Oceano Pacifico.
Rimangono ancora eleganti palazzi dell'epoca "d'oro" di Punta Arenas, edificati in stile francese, secondo la volontà di alcuni magnati che li costruirono e che alimentavano un'intensa vita culturale, le cui fonti d'ispirazione erano europee. 
Fondamentalmente poche famiglie che seppero unire le loro fortune: Elias Braun e Sofia Hamburger, ebrei russi in fuga dai pogrom, che si insediarono a Punta Arenas nel 1874; il portoghese Nogueira, ec.
La nostra cameretta, nell'Hostal de la Avenida.
















La vicenda di questi uomini e queste donne è presente nella storia della città, e muove, ancora oggi, non pochi fortissimi contrasti, perché l'altra faccia della medaglia è che la loro enorme ricchezza fu anche frutto dell'esproprio e annientamento dei fueginos, i vari gruppi di abitanti della Patagonia, che finirono per essere letteralmente "cacciati" dagli sgherri dei latifondisti. 
Avenida Colòn




Pagine orribili che non si possono tacere. Rinviamo per tanto ad alcuni siti: www.fundacionbraun.org/pag/braun.htm , per la storia della discendenza Braun-Hamburger e a: http://www.taringa.net/posts/info/2877051/historia-de-los-indios-de-la-patagonia.html, uno dei tanti sulla storia degli indios della Patagonia, avvertendo che non è per niente facile ricostruire in pochi minuti l'intera vicenda e trarre conclusioni.
Oggi Punta Arenas è la porta d'ingresso alla Patagonia cilena, alla Terra del Fuoco argentina e all'Antartica; anche Puerto Natales lo è, ma  non ha un collegamento aereo giornaliero con Santiago. 
***
Un angolo del patio.
We arrived at ten o’clock in the morning at Punta Arenas, three hours by bus from Puerto Natales. For two hours, we crossed an immense and empty landscape, almost devoid of human life and filled instead with an abundance of grazing animals, including horses, cattle and sheep, a few Estancias (large open feeding areas for wild-stock), some police stations, and a lot of water (lagoons, ponds, little rivers). 
Relax nel patio dell'Hostal Avenida
The vegetation is composed of trees worn by the wind or completely dried out by harsh weather conditions. Here only small pieces of land are used for agricultural purposes. A very characteristic feature of this landscape is the tall grass which swells into waves with the wind and from a distance makes you think of the sea. We saw no cars for the first part of our trip, only two bicyclists, bent over by winds of Dantean proportions. During the last hour of the trip, we ran into three or four trucks, four buses and five or six cars. Two people got off the bus when we reached an unpaved road, where a car awaited them. Aside from this, only infinite space tormented by the wind. 






















Then we arrived a few kilometers from Punta Arenas and glimpsed from a distance the sea, swollen with frothy waves. And then, at long last, we reached the city limits, with many short houses and little businesses. When we got off the bus, we learned the true meaning of wind and rain under a sunny sky, and it was like that all day long. 
In fact, the gusts of wind were so strong that it was hard for us to remain standing, but it is the daily business of those who live here. It is summer, mixed with autumn and with spring; the only thing that’s missing is snow. Like Australia, the official government tour guide states, Punta Arenas is at the south of the world. It faces the Strait of Magellan and is 2,400 kilometers farther south than Sydney. 
Both of these cities started out as prison colonies and acquired their cosmopolitan identity only much later. Interestingly, the inmates, who mixed with the guards, were later joined by numerous European immigrants, some of whom took on activities which made the city prosperous beginning at the end of the nineteenth century. 
The terratenientes (owners of huge pieces of land), imported sheep from Falkland (Malvinas) and raised them on their lands, which at the time were larger than some European countries. 
The port became an important cosmopolitan center, a required stop for ships headed for California. Up until the opening of the Panama Canal in 1914, the Strait of Magellan was the only point of connection between the Atlantic and Pacific Oceans. 
Elegant buildings dating back to Punta Arenas’ ‘golden age’ can still be seen. They were built in French style, in accordance with the will of the magnates who constructed them and who carried on their intense cultural lives which drew their inspiration from the European context. 
All in all, there were few families who were able to consolidate their fortunes. Among those who stand out are Elias Braun and Sofia Hamburger, Russian Jews who found refuge in Punta Arenas in 1874 from the vicious pogroms in Russia, and the Portuguese Nogueira family.
The stories of these men and women is still present in the city’s history and still today stirs up a variety of conflicted feelings, because their immense fortunes were founded in part on the expropriation and annihilation of the fueginos, that is, the various groups of inhabitants of Patagonia, who ended up being literally chased away and hunted down by those in the service of these rich settlers. These are terrible stories that must not be left untold. Here are some informative websites: 
www.fundacionbraun.org/pag/braun.htm, for the history and genealogy of the Braun-Hamburger family and: http://www.taringa.net/posts/info/2877051/historia-de-los-indios-de-la-patagonia.html, one of the many sites focusing on the history 
of the Indios of Patagonia, with the caveat that it is by no means easy to reconstruct the whole story and draw conclusions in the course of a few minutes’ reading. Punta Arenas serves today as the point of entry into the Chilean part of Patagonia, into Argentina’s Tierra del Fuego and to Antarctica, and so is Puerto Natales, but it does not have daily flights connecting it with Santiago.








































































Il Palazzo Braun Menéndez, construito fra il 1903 e il 1906, monumento nazionale dal 1974, ceduto dagli eredi allo Stato nel 1982, assieme a tutti gli arredi; ora è sede del Museo Regionale di Magellano, di cui si sta completando il restauro.



























Lo studio privato di Mauricio Braun




















Doña Josefina Menendez de Braun, la padrona di casa

L'atrio, illuminato da una bellissima vetrata a soffitto



























Raffinato vaso cinese


Salone da pranzo in restauro
Raffinatissima lampada nella sala della musica


La scritta dice: tu sei regionalista, però maledici il clima (ovviamente per il vento tremendo)
Domenica ore 14 piazza deserta, vento a 100 km l'ora. Le corde tirate servono ai passanti per reggersi e non essere rovesciati dal vento.
















Costanera, ore 15,30, vento a 100 km l'ora
Costanera, Hotel Dreams del Estrecho

e il vicino Casino, ex-palestra

La sala giochi del Casino






Diego Narvaez, ingegnoso venditore ambulante colombiano che, quando non c'è troppo vento, tiene esposti in Piazza i gioielli che la moglie produce.




















Mentre questo ambulante lavora all'uncinetto, il figlio telefona.
Venditore di tappeti in vello di pecora, sciarpe di alpaca, berretti in lana di pecora, fatti all'uncinetto, e altri di puro vello.
Venditrice ambulante di abbigliamento vario.