Il blog di Angela e Giorgio
fotografi erranti, dalle Americhe all'Asia, alla ricerca di istanti di Bellezza da catturare e raccontare

Ideazione e progetto grafico: Monica eFFe

Traduzioni all'inglese: Sara Russell e Monica eFFe




“Il vero nucleo di base dello spirito vivente di un uomo è la sua passione per l'avventura. La gioia della vita proviene dai nostri incontri con nuove esperienze e, quindi, non c'è gioia più grande che avere un orizzonte che cambia incessantemente, per ogni giorno avere un nuovo e diverso sole. Se vogliamo ottenere di più dalla vita, dobbiamo perdere l’inclinazione per la nostra monotona sicurezza e adottare uno stile di vita più improvvisato, che in un primo momento ci sembrerà un poco folle. Ma, una volta che ci siamo abituati ad un tale stile di vita, comprenderemo il suo pieno significato e la sua incredibile bellezza. Non fermarsi, non stare seduti in un solo posto. Spostarsi, essere vagabondi, fare di ogni giorno un nuovo orizzonte”.

(Christopher McCandless)*

*Da ...”INTO THE WILD” di Jon Krakauer.











sabato 30 agosto 2014

COPACABANA - PUNO (PERU'), VARCANDO LA FRONTIERA





Partiamo alle 8,40 ca. da Copacabana, Lago Titicaca, versante boliviano.
Francamente, abbiamo esaurito le pile, nel senso che abbiamo riempito "el tanque", il serbatoio Bolivia. Qui, in generale, non c'è molta professionalità nel turismo.
Da qualche ora ha smesso di piovere. Al cosiddetto "terminal" dei bus c'è una giovane donna, con due zaini, un piede fasciato e due stampelle, che mostra tutta la sua insofferenza nei confronti della compagnia "Titicaca Tourist Transportation" , che le ha venduto un biglietto che non la porterà a Arequipa senza scalo, come da accordo, ma solo fino a Puno. Giura che ... "mai più Bolivia".
Nelle condizioni precarie in cui si trova, scendere a Puno e procurarsi un altro biglietto per Arequipa è particolarmente difficoltoso. Accusa l'Agenzia dove ha acquistato il biglietto (che non è Titicaca T.T.) di averla "venduta" a T.T.T. A noi è successa una cosa simile, quando abbiamo acquistato il tour per visitare il Salar di Uyuni, in Bolivia, quindi, siamo particolarmente comprensivi nei suoi confronti.


La giovane donna è francese, parla perfettamente tedesco e inglese, non molto castigliano, e viaggia da sola in un paese dove le donne sono attivissime, gestiscono commerci di tutti i tipi, ma ancora "sottoposte" al potere degli uomini; quindi le sue proteste verbali lasciano completamente indifferenti le signore che lavorano per l'Agenzia T.T.T.
Cerchiamo di prendere le sue difese, quando a bordo del bus compare un tizio, boliviano, con coda di cavallo, giacca di pelle, atteggiamento strafottente che spiega a tutti le procedure da seguire, non appena avremo raggiunto la Dogana boliviana e poi peruviana. Per fortuna anche un giovane boliviano, che viaggia con la moglie verso il confine, interviene per spiegare all'uomo con la coda che è suo dovere aiutare la ragazza francese, nel senso di svolgere le pratiche doganali per lei, dato che non può scendere dal bus e percorrere i 300 metri fra un confine e l'altro.
L'amica francese si sente appoggiata e difesa, cosa che non le è mai successa in Bolivia, paese che descriverà in Facebook come luogo da non visitare, dove nessuno ti aiuta se hai bisogno.



Siamo sul confine Bolivia - Perù

Risolviamo tutte le pratiche doganali a Desaguadero (qui è bene fare attenzione, perché si pratica il contrabbando), poi ripartiamo velocemente in direzione Puno, sulla sponda peruviana del Lago Titicaca, dove ci dovrebbe attendere il proprietario dell' Hotel Kuntur Inn, sulla base dell'appuntamento preso per telefono a Copacabana.





































































































































LAGO TITICACA: COPACABANA e LE ISOLE DEL SOL e DELLA LUNA









Partiamo da La Paz la mattina presto, per evitare il traffico verso El Alto; ripercorriamo i 70 km fino a Tiwanaku, andiamo oltre, e poco dopo siamo all'imbarcadero di San Pedro de Tiquina, dove i veicoli passano lo stretto su grandi chiatte, mentre le persone viaggiano a bordo di una lancia. 


Questa  "MARAVILLA" è l'antico mare interno (d'acqua dolce) fra Perù e Bolivia, detto Lago Ballivian che occupava l'Altipiano prima dell'abbassamento del livello dell'acqua (3820 metri), provocato dalle faglie geologiche e dall'evaporazione. Non è il più alto del mondo (Cile e Perù hanno bacini più elevati); per grandezza è il secondo del Sud America e raggiunge in un punto i 457 metri di profondità.


C'è un progetto per la costruzione di un ponte, fra lo stretto di Tiquina, che separa il bacino principale del Lago Titicaca dal più piccolo Huynaymarka; ma chi vive del trasporto lacustre fra le due sponde boliviane, si oppone e minaccia blocchi



Copacabana (Copa), vista dal giardino di un Hostal, sotto il Cerro Calvario  (3950 m. ca.), dal quale si può ammirare il miglior tramonto sul lago


La Costanera è la mezzaluna di sabbia di Copacabana; rappresenta l'unica spiaggia della Bolivia, e il posto dove ci si imbarca per l'Isla del Sol e Isla de la Luna (Koati)




La Catedral in stile mudèjar, di un bianco abbagliante, con piastrelle di ceramica blu (azulejos, in spagnolo e portoghese). E' dedicata alla Virgen de la Candelaria o Virgen Negra, venerata in tutto il Sud America. La rinomata spiaggia brasiliana di Copacabana (Rio de Janeiro) ha lo stesso nome,  perché lì fu portata una replica di questa Vergine. L'originale si trova nel Camarin de la Virgen de Candelaria, sopra l'altare maggiore della Cattedrale.

 In occasione delle processioni (2 febbraio, Candelaria, poi Semana Santa; a seguire Fiesta de La Cruz, in maggio, ecc., dell'Indipendenza in agosto) per le strade sfila  una copia, dato che si pensa che se la Vergine venisse disturbata, si potrebbe avere un pauroso straripamento del lago.


 
Bancarelle per la vendita di fiori, candele e riproduzioni della Vergine























Fiori freschi da donare alla Vergine




Particolare del portone d'ingresso alla Cattedrale con la rappresentazione dell'arrivo a Cocha della Vergine (2 febbraio 1583), su un'imbarcazione di totòra, canne palustri del Lago, come ancora è in uso per accompagnare i turisti. I tratti indigeni di questa Madonna, e i "miracoli" della pioggia da lei compiuti, portarono molti indios alla conversione.



L'immagine della Vergine, che regge un bambino, fu realizzata in pasta di maguey (agave) e stucco; il corpo è rivestito da una lamina d'oro, gli abiti sono simili a quelli di una principessa inca. L'autore dell'opera fu un intagliatore inca.
Questi fiori di plastica sono venduti per addobbare automobili, 
autocarri e autobus, in occasione della loro benedizione 

(Bendiciòn de Movilidades) o cha'lla ...benedizione rituale, 

(con abbondante aspersione di alcol), per
ottenere  protezione sulla strada e nella vita.

 La Virgen Negra, famosa tanto quanto quella di Guadalupe (Messico), fu  collocata prima in una povera chiesa d'adobe (mattoni in terra e paglia, cotta al sole), poi modificata fino a raggiungere le dimensioni attuali, all'inizio del 1600. Dopo il 1825, con l'indipendenza della Bolivia, la Cattedrale (oggi Basilica) raggiunse la forma attuale, e la Vergine divenne la Patrona del Paese.    








Artigianato boliviano in vendita davanti alla Basilica



Copia della Virgen, ricoperta da ricche vesti 

Magnifici fiori di carta, a forma di cantuca, campanula a tre colori, fiore nazionale del Paese

Riproduzione della Virgen,
esposta nel Camarin






Fuori dalla Basilica, c'è uno spazio dovesi possono accendere ceri e creare questi"disegni" realizzati con cera fusa
























Navighiamo con questa lancia sul Lago Titicaca, diretti all'Isola della Luna, poi all'Isola del Sole, dove pranzeremo; è un tour "mordi e fuggi", ma servirebbe fermarsi a dormire una o due notti sull'isola più grande: non ci sono in circolazione informazioni sufficienti a Copacabana, tutti vogliono vendere ai turisti le stesse quattro notiziole.
L'approdo all'Isola della Luna, uno dei punti dove arrivano le lance che partono da Copacabana. La sosta è breve, non sufficiente per salire a visitare il monastero inca dove le Vergini (bambine di otto-dieci anni) venivano sacrificate al sole e alla luna.


Qui abitano circa venti famiglie. Si può campeggiare liberamente, chiedendo loro il permesso o affittando una stanza. Serve portarsi scorte d'acqua


Case in adobe, tetto in paglia, canne palustri, piccola scuola (che pare non in uso), chiesina, un campo da basket (ma chi lo userà ?), donne che lavano e stendono panni sulle barche: tutto immerso in un religioso silenzio. 


Si bruciano erbacce in un piccolo campo, forse si cerca di rendere più fertile questa arida terra che potrà dare solo patate e quinoa





















I pesci che si pescano nel lago sono stesi  al sole a seccare



Raggiungiamo l'Isola del Sole o Titi Khar'ka (Roccia del Puma), nome da cui ha avuto origine Titicaca. Qui, dice la leggenda, il sole è nato, qui comparvero i primi incas e il loro bianco dio-re barbuto Viracocha


Mangiamo  una trucha criolla (la trota fu introdotta nel Lago nel 1939, per arricchire con proteine la dieta locale), seduti di fronte al "mare".


Donne che chiacchierano al sole, mentre lavorano ai ferri o filano


Barche in totora che si continuano a costruire 
solo per mostrarle ai turisti e permettere 
brevi navigazioni attorno all'isola

Scala dell'Inca, accanto alla quale scorrono tre canali artificiali dove scende l'acqua che alimenta l'isola e mantiene un bel giardino terrazzato





Questi poveri somarelli trasportano pietre, materiali per l'edilizia, acqua e cibo su per i sentieri che attraversano l'isola.



















































































LA CULTURA TIAHUANACO (TIWANAKU) E IL LAGO TITICACA.














Con un tour organizzato, lasciamo Plaza San Francisco (La Paz) per raggiungere El Alto, diretti a Tiahuanaco (3840 metri, circa), circa 70 km dalla capitale, e 14 dal Lago Titicaca, "cuna de la humanidad", (culla dell'umanità), come sostenne il viennese Arthur Posnansky dopo averlo scoperto.




                                       





Questo pueblo fu scelto dal capitano
Alonso de Mendoza per
fondarvi La Paz (1548)


Tiahuanaco (Tiwanaku), fu  un grande centro cerimoniale, eretto attorno al 700 d.C. sulla sponda meridionale del Lago Titicaca. Rappresenta la più estesa opera architettonica megalitica preincaica dell'America meridionale.    



Per visitare l'area si acquista un biglietto in loco e si accede al Museo, dove è vietato scattare immagini dei reperti esposti (ma in rete ne esistono in vendita); successivamente si passa all'area archeologica, e agli scavi di Puma Punku, oltre la ferrovia.



Lo sviluppo della civiltà di Tiahuanaco è datato e descritto in modi diversi, noi lo "riassumiamo" in cinque differenti periodi, sulla base delle caratteristiche dei reperti rinvenuti, soprattutto frammenti di ceramica, oggi esposti nel Museo. 

L'edificio del Museo Litico contiene reperti molto conosciuti, come la stele Bennett (dal nome dell'archeologo statunitense Wendell C. Bennett che la scoprì nel 1932);  alta 7.30 m., pesa  20 tonnellate. Una sala con sculture chachapumas (uomini puma); la stele Kochamama (la divinità del Lago), e molti altri pezzi, lavorati in pietre diverse.


La stele di Bennett o Pachamama (Madre Terra per gli indios Aymaras e Quechuas bolivianos) fino al 2002 fu esposta all'ingresso dello Stadio di La Paz, poi dopo 96 anni tornò con un trasporto speciale a Tiwanaku.
Secondo l'ingegnere, architetto, archeologo, ecc. viennese Arturo Posnansky, che, terminata l'Accademia Militare, sotto l'Impero Austroungarico, emigro' in Bolivia, la Pachamama era la terra, Paximama la luna e Kochamama il lago.













La Puerta de la estrella, in un unico pezzo (monolito),
collocata all'ingresso del percorso museale














Il Tiahuanaco I comprende dalle origini al V secolo a.C.; è identificato dalla ceramica policroma  rinvenuta e dalle  figure in argilla dipinta. Il Tiahuanaco II arriva fino all'età cristiana, si caratterizza per vasi con manici orizzontali. A seguire, la III fase, che vide la produzione di ceramiche a disegno geometrico, e a tre colori.

Le altre due: classica e dell'espansione/declino sono rappresentate dalle grandi strutture di pietra, ancora presenti nel sito.


La Cultura Charipa, che si descrive in questo tabellone, è più antica di Tiwanaku

Per anni la cura di questo patrimonio, non è stata sufficiente.

Reperti sono nei Musei di tutto il mondo; altri nell' Archeologico di La Paz e in quello di Cochabamba;  mentre l'oro fu incamerato da gli spagnoli.

Recentemente il giovane boliviano Ludwing Cayo è stato nominato Direttore del CIAAAT (Centro d'investigazione archeologica, antropologica e Centro Amministrativo di Tiwanaku); si è proposto di realizzare interventi di conservazione e tutela, riproduzione in 3D di alcuni manufatti, oltre a un Catalogo generale dell'area.
Tiwanaku è stato dichiarato dall'Unesco nel 2000 Patrimonio Culturale dell'Umanità, per il suo grande valore.



Piramide Akapana, composta da sette piattaforme sovrapposte.

Misura 203 m. (lunghezza) per 192 m., alta circa 16 metri. L'accesso, a ovest, era adornato con sculturas de chachapumas in basalto (uomini puma).    




Si è avanzata l'ipotesi che in cima alla piramide fosse stata scavata una piscina, a forma di croce andina, per le osservazioni astronomiche, distrutta in epoca coloniale.



El monolito Ponce

A nord di Akapana fu creato il tempio Kalasasaya, sopra una piattaforma rituale che misura 130 x 120 m. circa, alta 3 (parzialmente ricostruita), le cui pareti sono blocchi di arenaria rossa e andesite, perfettamente incastrati. Il recinto cerimoniale è orientato 

astronomicamente per coincidere con i solstizi, e al suo interno si incontrano: El monolito Ponce, El Fraile (che rappresetano figure sacerdotali), e la famosa puerta del Sol.

El Fraile
El Fraile, particolare; notare la posizione 
delle dita della mano destra


La Puerta del Sol, in un solo blocco di roccia vulcanica,
con bassorilievi.
Ogni anno il 21 giugno (giorno del solstizio d'inverno nell'emisfero australe) si celebra il Capodanno Aymara, fra distillato d'uva, costumi coloratissimi, balli fino all'alba, e foglie di coca.


Sul lato opposto la Puerta del Sol presenta queste nicchie che  potevano servire per depositare offerte; altri pensano che questa pietra servisse come calendario.



































    

Potrebbe essere un extraterrestre?





















Tiwanaku paese, visto dall'area archeologica




La Chiesa (1580-1612), monumento nazionale dal 1945.






















L'altipiano Aymara: case in adobe, campi e bestiame.





















Puma Punku: enormi blocchi (il più grande pesa 132 tonnellate) finemente tagliati, in arenaria rossa (facile da lavorare) e andesite, relativamente morbida. Per sfatare le "bufale" che circolano in rete, consigliamo la consultazione di questo sito (www.misterorisolto.wordpress.com)

Molte pietre furono usate per costruire la Chiesa di Tiwanaku e la ferrovia dell'altipiano. Puma Punku significa, in lingua Aymara,  "Porta del Puma", fu "scoperto" dal giovane veronese Giampaolo Pionisi Piomarta, collezionista e bibliofilo, morto giovanissimo.


Croce andina o chakana

Una Puerta del Sol, ricomposta a terra.







Sotto questo cielo, dove le nubi si addensano sulla maestosa montagna, salutiamo l'Altipiano e facciamo ritorno a La Paz.