luglio 2014
La grande bandiera all'ingresso di Copiapò |
Il grattacielo di Copiapò |
Ora a sinistra ora a destra corrono stretti binari, che fatichiamo a capire se in uso o abbandonati, fino a quando non appare un enorme locomotore che tira grandi carrelli, pieni di materiali che immaginiamo siano il risultato di scavi in profondità.
Immersi in un panorama privo di presenze umane o animali (qualche rara capretta), proseguiamo per ore, mentre la terra perde ogni tipo di vegetazione e, da steppa, si fa sabbia pura, puro dseserto.
Verso le 16 siamo prossimi a Copiapò, una specie di "metropoli" nel nord del Cile. Ci accolgono: una grande bandiera, un grattacielo coloratissimo e tre delle principali catene di supermercati in Cile. Unimarc, Lieder e Falabella; che dire ... il deserto è alle spalle, siamo riapprodati alla "civiltà dei consumi" (modello statunitense).
Prossimi al tramonto, siamo in vista di Chañaral, alle spalle abbiamo lasciato la sabbia della più nota Playa Ingles, ma in inverno non c'è nessuno che viva al mare, dove ci sono solo casette di truciolato, fatte per proteggere in estate dal sole (micidiale) chi si avventura fin qui.
E devono essere tanti, perché la sabbia vicina alla strada mostra impronte di camper, tende, baraccamenti di ogni tipo; qui ha l'aria di essere tutto free, ma come faranno per docce, acqua potabile servizi igienici?
CHAGNARAL - UN FARWEST IN RIVA ALL'OCEANO PACIFICO, CON LE MINIERE DENTRO ALLE VICINE MONTAGNE.
Il nome, solo apparentemente stravagante, deriva da chañar, un albero che produce un frutto delle dimensioni di una noce.
Di qui in avanti, incontreremo questo frutto.
Questa immagine si trovava nel Museo Archeologico di San Pedro de Atacama, che ha chiuso nel novembre 2014, per riaprire lo stesso mese, ma nel 2016.
Chi è nato e ha vissuto fra l'Oceano e le montagne, in questa parte del Cile, per oltre 70 anni sa quanta miseria ha dovuto affrontare, soprattutto se è nato in una famiglia numerosa, con un padre minatore che li ha lasciati molto presto. Ha sempre e solo lavorato, solo ora si gode un po' la vita, continuando a lavorare, per sopravvivere, quando sarà ancora più vecchio. Vede i giovani che sprecano denaro e cibo, e non può capirli. Così si racconta il signore cileno che ci ha ospitato.
Il panorama culturale, qui, è (almeno a pelle) di un vuoto assoluto, forse c'è più "cultura" nella pancia delle miniere di rame, oro, ec. Quello che appare, non conforta certo il viaggiatore di passaggio: solo cibo di scarsa qualità, tutta la merce (dai detersivi al pane alle bevande) copia il modello statunitense, in più: cellulari, macchinoni, e abbigliamento di pessimo gusto.
Non mi chiedo neppure come siano la scuola primaria e secondaria. L'importante è cumulare pesos/plata
La Plaza de Armas di Chañaral
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Chañaral, com'era ed è ancora
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Il faro |
Un mural a soggetto femminile |
Un altro mural a soggetto maschile |
In Sudamerica i muralisti sono dei veri artisti |
La spiaggia di Chañaral
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Le moderne strutture, costruite fra la spiaggia in arena e la caletta dei pescatori
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Di
fronte alla caletta dei pescatori c'è questa nave, su cui vengono imbarcate le
lastre di rame (estratto dalle vicine miniere e fuso in zona) e i contenitori
degli acidi, ricavati da queste stesse fusioni. Tutto viene trasportato fin qui da un trenino, spinto da una grande locomotiva.
Lobos (leoni marini) e pellicani si azzuffano per impossessarsi delle interiora dei pesci, che i pescatori buttano in mare a fine mattinata.
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Una medusa?
Una sirena? |
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