No mires la pelicula! Vivela!
(Non guardare il film! Vivilo!)
(Anonimo)
Da Calama a San Pedro sono poco più di 100 kilometri, gran parte dei quali in salita, dovendosi raggiungere 2.400 metri sul livello del mare. Per un'ora circa si viaggia in un deserto di sassi, e si incontra solo un'area dove sono in funzione pale eoliche,
Continuando a salire si comincia a scorgere in lontananza una distesa che pare una grande depressione, con striature bianche, su fondo marrone. Il paesaggio che ti passa davanti agli occhi è molto vario e non facilmente riassumibile a parole. E' come se nel corso di millenni la terra (argilla) si fosse variamente accartocciata, raggrumata, poi distesa, mentre il vento ha fatto il resto cioè ha disegnato grandi o piccole dune di sabbia grigia. L'acqua (che c'è stata) ha scavato percorsi in profondità, e il sale ha "colorato" l'argilla.
L'escursione veramente straordinaria è questa: tutto quello che puoi riassumere nei tuoi occhi, fra Calama e San Pedro. Nel cielo non c'è mai neppure una nuvoletta: tutto è di un blu variabile fra l'azzurro, di vari toni, e il cobalto.
San Pedro è stato mantenuto, a partire dagli anni sessanta, come un pueblo in adobe, volutamente mantenuto povero e poco curato, ma i suoi abitanti sono molto ricchi, grazie al turismo, oggi garantito da un 25% di Europei (erano il 50% prima della crisi recente); un 25% di cileni; un 15% di brasiliani, e per la restante parte gente dalle Americhe e da tutto il mondo, ovviamente cinesi e coreani compresi.
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Dall'ingresso del terminale dei bus di San Pedro de Atacama
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Un'elegantissima signora con cellulare,
in partenza per Calama
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La piazza principale di San Pedro, lastricata, a differenza di tutte le altre strade in terra battuta.
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Il restauro della Chiesa di San Pedro:con il tetto è in legno di cactus e le pareti in adobe, mattoni di un impasto di argilla e paglia, cotti al sole.
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Il restauro della facciata è terminato; ora si procede a dipingere di bianco la Chiesa.
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Il portale d'ingresso al piazzale della chiesa. |
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Muretto di cinta in adobe |
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La malta (impasto di paglia e argilla cruda) viene messa in opera dal muratore |
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Mattoni di adobe; sullo sfondo il cono del vulcano Licancabur.
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Lo stadio del calcio |
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Una signora rientra a casa con il suo fardello,
mentre risponde ad una chiamata sul cellulare.
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Il cimitero |
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La sepoltura più semplice del cimitero |
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Mercato dell'artigianato, gestito solo da donne |
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Un'Agenzia turistica che vende tour Al Salar de Uyuni ( Bolivia) |
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Statua di San Pietro Apostolo |
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La statua della Madonna, ospitata nella Chiesa "provvisoria",
in attesa che il restauro di San Pedro sia ultimato.
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Chiesa di San Pedro, dove si celebra la Messa, in attesa della fine del restauro dell'edificio "storico".
Ceramica antropomorfica, prodotta ad imitazione di un reperto del Museo archeologico di San Pedro.
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Pendente in rame e argento che riproduce un disegno
della Cultura Moche, nord del Perù.
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Il Museo Archeologico di San Pedro, voluto dall'Università Cattolica del Nord; raccoglie i reperti ritrovati dal padre gesuita (di origine belga) Gustavo Le Paige che dedicò 35 anni della sua vita a collezionare antichi manufatti, a dipingere paesaggi e alla sua missione religiosa.
Nel novembre 2014 il Museo è stato chiuso, per permettere la costruzione di un nuovo edificio che inaugurerà a novembre 2016.
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Una Chimbali, macchina caffè espresso di produzione
italiana, nel piccolo Caffé della Plaza.
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Calle Caracoles |
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Un capo d'abbigliamento prodotto all'uncinetto
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Altri indumenti femminili fatti all'uncinetto, all'interno del negozio. |
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Interno: il tetto della farmacia, recentemente restaurata.
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Un piccolo negozio di abbigliamento
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La piccola piscina di uno degli Hotel più lussuosi |
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Un caffé d'angolo, nella parte finale di Calle Caracoles
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Giovani escursioniste a cavallo |
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Il vulcano Licancabur al tramonto |
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Café Bar Export: il camino è acceso, perché al calar del sole la temperatura si abbassa notevolmente, siamo a oltre 2400 metri.
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