Il viaggio dà una grande apertura mentale;
si esce dal cerchio dei pregiudizi del proprio paese
e non si è disposti a farsi carico di quelli degli altri.
(Charles Louis de Montesquieu)
Iquique è conosciuta dai surfisti, da chi pratica il parapente o parapendio (dai 600 metri alle spalle della città); dagli amanti del casinò e del duty-free ovvero per la sua zona franca, ma tutto questo è molto recente.
Più di un secolo fa, i padroni delle miniere di guano, salnitro e rame dominavano ancora la scena sudamericana, grazie ai loro grandissimi guadagni. Terminata nel 1884 la Guerra del Pacifico, vinta dal Cile (detta anche del salnitro), la scena urbana di una città come Iquique fu tutta nelle mani di questi signori, non solo per le magioni che si fecero costruire, con giardini, la cui terra veniva importata, mentre l'acqua era incanalata dalla cordillera, ma per l'impronta che impressero al cuore della città: Plaza Arturo Prat e l'Avenida Baquedano, ad esempio, senza parlare dell'influenza che il loro denaro esercitò nella repressione che polizia e militari esercitarono, sparando, su centinaia di dimostranti disarmati che nel 1907 osarono protestare contro le tremende condizioni di lavoro nelle salitreras (industrie che estraevano il salnitro).
Le trasformazioni intervenute a
seguito della crisi del salnitro (come fertilizzante fu sostituito dal salnitro
sintetico, nel corso della prima guerra mondiale), favorirono altre produzioni.
Iquique
divenne un porto peschereccio dove si caricava in grande quantità farina di
pesce, sviluppò turismo (grandi
spiagge) e commerci (via mare e via terra). Piazza Prat, cuore della città, Ecco la preziosa scalinata, che reclama un restauro |
... e la bellissima pavimentazione, sopravvissuta solo in piccole zone. |
Il fondale riproduce la chimenea di Santa Laura, oficinas salitrera |
Qui, dove sorge il Teatro, esisteva un bellissimo Monastero, distrutto da un terribile incendio nel 1873.
Il Teatro fu costruito dai fratelli Soler, su disegno dell'architetto Bliederhausen, in stile neoclassico, in legno di pino proveniente dal Canada.
Fu inaugurato il 21 dicembre 1889, con l'esecuzione dell'opera "Il Trovatore", di Giuseppe Verdi, interpretata dalla Compagnia Lirica Italiana. Calcarono la scena di questo Teatro celeberrimi personaggi, come (pare) il cantante-trasformista e attore italiano Leopoldo Fregoli; la francese Sarah Bernhardt, attrice di teatro e cinema, e altri. Per trenta anni fu utilizzato come cinematografo. Nel 1987 è stato minuziosamente restaurato e successivamente dichiarato monumento nazionale.
Palazzina della Società protettrice degli impiegati, accanto al Teatro. |
Questo è il busto del comandante della piccola corvetta Esmeralda, Arturo Prat (1848-1879), collocato alla base della Torre dell'Orologio che domina la Piazza, a lui dedicata.
Prat, eroe cileno, morì nella battaglia di Iquique, all'inizio della Guerra del Pacifico. Si lanciò all'abbordaggio dell'imbarcazione peruviana Huascar, incitando i suoi uomini a seguirlo, sebbene il confronto fosse impari; era il 21 maggio del 1879. La corvetta affondò, ma alla fine della guerra (1879-1884), vinta dal Chile, fu ricostruita e oggi è un Museo navale, ospitato nelle acque di fronte alla Dogana di Iquique.
I luoghi di ritrovo, creati dalle comunità straniere, come il Casino croato e quello, ancora più sorprendente, degli Spagnoli, sopravvivono all'epoca delle grandi fortune del guano, del salnitro e del rame.
La carrozza del tram,
restaurata e collocata in Baquedano, dove i turisti amano sedersi a riposare,
ricorda il percorso lungo questa calle, in funzione dai primi anni del
Novecento...
... e i giovani cileni suonano la chitarra.
Calle Baquedano parte da Plaza Prat e corre fino all'Oceano Pacifico; la carrozza del tram si trova nel primo tratto, oggi pedonale. Nell'ex palazzo di giustizia, invece, oggi si trova il Museo Regionale e più avanti si incontra il Palacio Astoreca, costruito in stile georgiano nel 1904 da un magnate dei nitrati, oggi utilizzato come Centro culturale.
La storia di coloro che crearono la città e le loro fortune, forse spiegano perché Iquique, dopo La Serena, è l'unica città del nord con ritrovi, dove si posso sorseggiare the, caffè, cioccolata in tazza, succhi naturali o alcolici, accompagnati da larghe fette di torta; i proprietari delle miniere, di origine inglese, tedesca, o, comunque, nord europea, non si facevano mancare niente, avendo importato le loro tradizioni.
CIOCCOLATA Salon de Te y Cafeteria; www.cioccolata.cl
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Ecco le favolose torte della casa !
Kivas Coffee, delizioso piccolo caffè dove ho trascorso piacevoli ore ad aggiornare il nostro Blog; è gestito da due giovani cileni.
Da sinistra a destra: Hrvatski Dom Club Croata, Kivas Coffee e Centro Espagnol o Casino Spagnolo. I croati emigrarono in Cile (estremo nord e sud) a partire dalla prima metà dell'ottocento; qui arrivarono individualmente, sull'onda delle attività delle miniere di salnitro.
Ingresso del Casino Spagnolo, in Plaza Prat, in fondo al Paseo Baquedano. Questo edificio, in stile barocco moresco è unico in Cile, per questo è molto conosciuto. Fu inaugurato nel 1904, e voluto da un gruppo di spagnoli che risiedevano qui, nel momento di massimo splendore della città, grazie alle miniere.
Perfettamente conservato, funziona dalla tarda mattinata a notte, per chi voglia pranzare, bere un caffè o gustare un pisco sour con limone di Pica e un piattino di frutta secca, organizzare una festa, un matrimonio, un Carnevale, ecc.
Salone ristorante al piano terra
Altra immagine del Salone ristorante |
Angolo "speciale" del Salone ristorante
Particolare del soffitto dipinto, in corrispondenza della "calata" di un lampadario.
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Targa in legno, posta sulla facciata della Palazzina gialla, a lato del Teatro, dove aveva sede la Società per la tutela degli impiegati della regione di Tarapaca; qui ancora oggi si può mangiare, sorseggiare un caffé, ecc.
Iquique fu la prima città dove nacquero organizzazioni sindacali a difesa dei lavoratori.
El Viejo Clipper, nome dato a questo pub ristorante, dove abbiamo pranzato e cenato.
Le Mans Race Café, sulla Baquedano ... |
... e i suoi dolci alla frutta ...
... o al cioccolato
In Calle Baquedano, parte pedonale, ci si può sedere al centro della strada e intrattenere piacevoli conversazioni. Ogni giorno ci sono mercatini di piccolo artigianato, maschere, abbigliamento, prodotto all'uncinetto, giocattoli, ecc.
Ci sono posti come questo, che offrono un panino e una bevanda. |
IL MOLO E LA DOGANA
La copia della corbetta Esmeralda, affondata nelle acque di Iquique, nei primi giorni della Guerra del Pacifico (1879), con il suo comandante Arturo Prat e tutto l'equipaggio.
L'edificio dichiarato monumento nazionale della Dogana, con la torretta esagonale, sulla quale sventola la bandiera cilena.
Il 27 febbraio 2015, durante il Carnevale, dal tetto si è levata una colonna di fumo che ha fatto accorrere tutti i bomberos della città.
Sempre nell'area doganale, sventolano assieme: bandiera cilena e cinese. Provate a domandarvi come mai e poi visitate il Mall Zofri e capirete perché.
IL MALL ZOFRI: detto popolarmente la Zofri, quasi fosse il nome di una persona.
E' il luogo di cui tutti a Iquique vi parlano. Creata come area commerciale nel 1975, sotto il Governo militare di Augusto Pinochet (1973-1990) per creare occupazione in un'area che era divenuta commercialmente depressa e di forte immigrazione (dopo il 1940-50), nel tempo ha dato vita a 20.000 posti di lavoro; è diventata un centro di acquisti importante per Argentina, Brasile, Paraguay, Bolivia e Peru'; snodo dei commerci fra paesi che hanno aderito al Mercosur e l'Asia, Cina in testa.
Questa è l'area recentemente
annessa al vecchio nucleo del Mall
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Una commessa del negozio di Furla, marchio italiano.
Victorinox, marchio svizzero; il famoso coltellino rosso da viaggiatore. |
AL TIRO, negozio di giocattoli da collezione.
Fuori dalla grande area del
Zofri (240 ettari), c'è una zona di edifici, privi di finestre (quasi torri
murate), dove vengono stoccate merci di produzione cinese, commercializzate in
tutto il Cile e i Paesi sudamericani.
Si
prevede di allargare Zofri... che già dal 1975 ad oggi ha visto trasformazioni
significative, come la scelta di passare da piccoli negozi, a boutique di
marchi internazionali.
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