Il blog di Angela e Giorgio
fotografi erranti, dalle Americhe all'Asia, alla ricerca di istanti di Bellezza da catturare e raccontare

Ideazione e progetto grafico: Monica eFFe

Traduzioni all'inglese: Sara Russell e Monica eFFe




“Il vero nucleo di base dello spirito vivente di un uomo è la sua passione per l'avventura. La gioia della vita proviene dai nostri incontri con nuove esperienze e, quindi, non c'è gioia più grande che avere un orizzonte che cambia incessantemente, per ogni giorno avere un nuovo e diverso sole. Se vogliamo ottenere di più dalla vita, dobbiamo perdere l’inclinazione per la nostra monotona sicurezza e adottare uno stile di vita più improvvisato, che in un primo momento ci sembrerà un poco folle. Ma, una volta che ci siamo abituati ad un tale stile di vita, comprenderemo il suo pieno significato e la sua incredibile bellezza. Non fermarsi, non stare seduti in un solo posto. Spostarsi, essere vagabondi, fare di ogni giorno un nuovo orizzonte”.

(Christopher McCandless)*

*Da ...”INTO THE WILD” di Jon Krakauer.











lunedì 30 giugno 2014

RAPA NUI: IL CULTO DELL'UOMO UCCELLO

Dal 24 al 27 giugno 2014





Chi non viaggia non conosce il valore degli uomini.
 (Proverbio arabo)



Il culto tangata manu o dell’uomo-uccello, a Rapa Nui


Si praticava nel villaggio cerimoniale di Orongo, sulla punta estrema dell’isola, fra il cratere del vulcano Rano Kau e uno strapiombo sul vuoto. Di fronte, in basso sull’Oceano, si trovano tre isolotti Motu Nui (Grande Isola), Motu Iti (Piccola Isola) e Motu Kao Kao.































Il culto dell’uomo-uccello risale all’ultima fase della società Rapa Nui (XVII-XIX secolo), quando quello dei moai stava tramontando; permise, dopo guerre e rivolte, di arrivare alla rotazione del potere temporale e spirituale fra le tribù in guerra, da sempre sottomesse alla stirpe dei Miru.
Una volta l’anno, fra luglio e settembre, re, sacerdoti, rappresentanti delle tribù si incontravano a Orongo, per eleggere l’uomo-uccello, fra i rappresentanti dei diversi clan. 





















Luoghi dove risiedevano tutti coloro che presenziavano alle diverse fasi della cerimonia dell'uomo-uccello



















Ogni hopu manu o servitore nominato dal suo capo-clan doveva nel mese d’agosto gareggiare con gli altri raggiungendo a nuoto l’isolotto di Motu Nui, lottando contro le correnti e gli squali. Dopo giorni o settimane d’attesa, se il servitore aveva trovato un uovo (di fregata, sterna, o manutara) depositato su uno dei tre isolotti, se lo legava in fronte e riprendeva la via del mare, per consegnarlo intatto al suo capo, dopo avere superato un’altra prova: scalare una falesia si 300 metri.






Alla nomina di uomo-uccello, il vincitore si rasava testa, sopracciglia, ciglia e si dipingeva di rosso. Per un anno era considerato discendete del Rano Kau, era festeggiato con vari rituali, poi recluso; e salvo un sacerdote che gli portava del cibo, nessuno poteva vederlo, avvicinarlo, toccarlo; non poteva lavarsi, ma dopo un anno gli era data come premio una giovane vergine, che era stata segregata per un anno in una grotta così che la sua pelle assumeva il colore della luna.
Quando moriva, gli altri tangata manu praticavano una cerimonia con galli e piume, evocando lo spirito immortale del defunto, ma nel 1876 i missionari vietarono queste cerimonie.


A Orongo, incisi su varie rocce, ci sono più di 400 petroglifi con il corpo di uomo e la testa di uccello o con il volto di Make-Make, dio creatore di ogni cosa, secondo i Rapa Nui.






















































Cratere del Vulcano Rano Raraku, a sud est dell'isola, molto vicino alla costa; è conosciuto come la cantera, perché qui si scolpivano i
moai, che poi si portavano sulle piattaforme o ahu.








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