Il blog di Angela e Giorgio
fotografi erranti, dalle Americhe all'Asia, alla ricerca di istanti di Bellezza da catturare e raccontare

Ideazione e progetto grafico: Monica eFFe

Traduzioni all'inglese: Sara Russell e Monica eFFe




“Il vero nucleo di base dello spirito vivente di un uomo è la sua passione per l'avventura. La gioia della vita proviene dai nostri incontri con nuove esperienze e, quindi, non c'è gioia più grande che avere un orizzonte che cambia incessantemente, per ogni giorno avere un nuovo e diverso sole. Se vogliamo ottenere di più dalla vita, dobbiamo perdere l’inclinazione per la nostra monotona sicurezza e adottare uno stile di vita più improvvisato, che in un primo momento ci sembrerà un poco folle. Ma, una volta che ci siamo abituati ad un tale stile di vita, comprenderemo il suo pieno significato e la sua incredibile bellezza. Non fermarsi, non stare seduti in un solo posto. Spostarsi, essere vagabondi, fare di ogni giorno un nuovo orizzonte”.

(Christopher McCandless)*

*Da ...”INTO THE WILD” di Jon Krakauer.











martedì 26 febbraio 2013

SAN CARLOS (BORROMEO)

Tuesday 26 February 2013





"Non si viaggia per viaggiare, ma per aver viaggiato". 
(Alphonse Karr)
"One doesn’t travel to travel, but to have traveled."




La chiesa di San Carlos Borromeo
La cittadina storica di San Carlos, nelle Valli Calchaquies, è il capoluogo del dipartimento. Ha una popolazione intorno ai 3500-4000 abitanti e si trova ad un’altitudine approssimata di 1600 mslm.
E’ una delle più antiche città della provincia. Attraverso il tempo ha conservato intatto l’aspetto architettonico coloniale delle sue case, per la maggior parte in adobe (mattone di fango crudo, essiccato al sole) o anche di mattoni cotti (in laterizio), e delle sue strette stradine.
La sua festa patronale (San Carlos Borromeo) cade il quattro di novembre.
Questo pueblo viene denominato terco (ostinato), perché nel medesimo luogo furono distrutte successivamente, dalla bellicosità degli indios calchaquies, quattro città, fondate dagli spagnoli, durante i secoli dal XVI al XVII.,.
Nel 1551 Juan Nuñez del Prado fondò la prima città con il nome El Barco.
Nel 1559 fu la volta di Juan Perez de Zurita, che la ricostruì con il nome di Cordoba de Calchaquì.
Seguì Gonzalo de Abreu y Figueroa che, nel 1577 la chiamò San Clemente de la Nueva Sevilla.
E, nel 1630, ad opera di Felipe de Albornoz prese il nome di Nuestra Señora de Guadalupe.
Dopo il 1630 i gesuiti stabilirono in quei paraggi una missione, sotto la protezione di San Carlo Borromeo, la quale diede poi origine al pittoresco paesino attuale.
San Carlos poté essere capitale della provincia di Salta, grazie all’importanza politica ed economica che acquisì in un determinato momento della sua storia. Alla fine una votazione segnò il suo destino, avendo perso per un voto di differenza, di fronte alla città di Salta.
Fra gli edifici notevoli la chiesa storica di San Carlos Borromeo, proprio sulla piazza.   
Si trova a 24 km da Cafayate; ci si arriva in una mezz' oretta e il modo più comodo ed economico è il taxi collettivo, che carica quattro persone per volta e che parte ogni quindici/venti minuti; vale a dire quando il carico è completo. In alternativa c’è il taxi privato (sulla piazza), che costa molto di più, o un autobus, che ha orari molto scomodi.     .


The historic town of San Carlos in the Calchaquíes Valleys is the capital of the Department [of San Carlos].  It has a population of 3500 – 4000 and is about 1600 meters above sea level. 
It is one of the oldest towns in the province and down through the centuries has maintained the pristine appearance of the colonial architecture of its homes – for the most part built of adobe (mud bricks dried in the sun) or brick – and of its narrow streets.
The feast day of its patron saint, St. Charles Borromeo, is November 4.
This pueblo is known as terco (obstinate) because on this same spot four cities built by the Spanish in the 16th and 17th centuries were destroyed, one after the other, by the warlike indios calchaquíes (Calchalquí Indians). 
In 1551 Juan Nuñez del Prado founded the first city, named El Barco.
In 1559 it was rebuilt by Juan Perez de Zurita and named Córdoba de Calchaquí. 
Then followed Gonzalo de Abreu y Figueroa, who in 1577 gave it the name San Clemente de la Nueva Sevilla.
And in 1630 it was rebuilt again by Felipe de Albornoz as Nuestra Señora de Guadalupe.
After 1630 the Jesuits established a mission nearby under the patronage of St. Charles Borromeo, which gave rise to the picturesque little town of today.
San Carlos might have been the capital of the province of Salta, given the political and economic importance it acquired at a critical time in its history.  In the end its destiny was decided by a ballot, which it lost by a single vote to the city of Salta.
Among its notable structures is the historic San Carlos Borromeo Church, on the central plaza. 
San Carlos is 24 km from Cafayate; you can get there in just half an hour, most comfortably and economically by means of a shared taxi, which can carry four passengers at a time and leaves every 15 or 20 minutes, or when all the seats are taken. The alternatives are to get a private taxi on the plaza, which costs a lot more, or to take the bus, which runs on a very inconvenient schedule.


La stessa, vista dalla piazza giardino






































Monumento al Libertador


























Caffè del Museo








Museo dell'Artigianato






































Patio del bell'edificio della Casa della Cultura





























Scorcio dell'edificio del Centro Sociale





























Una delle due doppie piscine per grandi e bambini



















Una piccola rivendita di frutta


























Un negozietto da parrucchiera

























Insegna di rivendita di prodotti tipici



















La casa di un artigiano-artista


















L'originale cancello del suo giardino


























Alcune delle sue opere, esposte all'interno

























































































La scuola infantile del borgo


























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