Il blog di Angela e Giorgio
fotografi erranti, dalle Americhe all'Asia, alla ricerca di istanti di Bellezza da catturare e raccontare

Ideazione e progetto grafico: Monica eFFe

Traduzioni all'inglese: Sara Russell e Monica eFFe




“Il vero nucleo di base dello spirito vivente di un uomo è la sua passione per l'avventura. La gioia della vita proviene dai nostri incontri con nuove esperienze e, quindi, non c'è gioia più grande che avere un orizzonte che cambia incessantemente, per ogni giorno avere un nuovo e diverso sole. Se vogliamo ottenere di più dalla vita, dobbiamo perdere l’inclinazione per la nostra monotona sicurezza e adottare uno stile di vita più improvvisato, che in un primo momento ci sembrerà un poco folle. Ma, una volta che ci siamo abituati ad un tale stile di vita, comprenderemo il suo pieno significato e la sua incredibile bellezza. Non fermarsi, non stare seduti in un solo posto. Spostarsi, essere vagabondi, fare di ogni giorno un nuovo orizzonte”.

(Christopher McCandless)*

*Da ...”INTO THE WILD” di Jon Krakauer.











giovedì 14 febbraio 2013

USHUAIA, IL MUSEO "FIN DEL MUNDO" // USHUAIA, THE "MUSEO FIN DEL MUNDO"

Thursday February 14, 2013







IL MUSEO FIN DEL MUNDO (MFM)

THE END OF THE WORLD MUSEUM (MFM)


Nel 1912 il Governatore Fernandez Valdez, assieme a commercianti locali, promuove l'apertura di una succursale del Banco de la Nacion Argentina, per pagare gli impiegati pubblici, quelli del Presidio e aiutare lo sviluppo economico della città. Per più di sessanta anni fu l'unica banca di Ushuaia. Funzionò, fino al 1977, nell'edificio in Calle Maipu che, dal 1979, è diventato sede dell'MFM.

In 1912 Gov. Fernández Valdés, along with the local merchants, sponsored the opening of a branch of the Banco de la Nación Argentina, to pay public employees, and to assist the economic development of the city. For more than sixty years it was the only bank in Ushuaia. Until 1977 it operated in the building on Calle Maipu that has housed the MFM since 1979.



































Targhe all'ingresso del Museo Fin del Mundo, a partire dal 1979













***

Ingrandimenti di fotografie originali, esposti nei muri perimetrali del giardino del MFM.

La fotografia è di Martin Gusinde, 1922, etnografo austriaco che compare a destra; l'altro è W. Koppers, sulla sinistra, durante la cerimonia d'iniziazione. 
Photograph of the ethnologist Martin Gusinde, 1922.






























Durante questa cerimonia (chiéjaus) i giovani ricevevano un piccolo bastone dipinto che dovevano sostenere alzato, come segnale di disciplina, fino a quando non cadeva, mentre gli adulti raccontavano loro miti e davano raccomandazioni per la loro futura vita.

During this ceremony (chiéjaus) the young men received a small painted rod which they had to hold up, as a sign of discipline, until it fell down, while the adult men recited myths and gave them advice for their future lives.

La cerimonia d'iniziazione degli Yamana o kina era quasi preclusa alle donne; in essa rappresentavano più di trenta spiriti, dipingendosi il corpo in diversi modi e indossando maschere.

The Yámana initiation ceremony (kina) was virtually inaccesible to the women; more than thirty different spirits were represented by the men in the ceremony, who painted their bodies in various ways and wore masks. 




Fotografia dell'etnologo M. Gusinde, 1882
Gli uomini dipingevano le maschere in segreto, dentro la tenda della kina, per evitare che le donne scoprissero che gli spiriti erano uomini. Nel XX secolo le donne sapevano questi segreti, ma la tradizione si manteneva.

The men painted the masks in secret, inside the kina tent, so that the women would not find out that the spirits were actually men. In the 20th century the women knew these secrets, but the tradition was maintained.





Gli Yamana  avevano credenze spirituali profonde, trasmesse nel corso della cerimonia d'iniziazione (chiéjaus) di giovani d'entrambi i sessi. Adulti e giovani usavano nell'occasione diademi di piume, si dipingevano il viso e il corpo con pittura bianca, rossa e nera. Questa fotografia del 1922 mostra che, all'epoca, gli Yàmana usavano già abiti occidentali.

The Yámana had profound spiritual beliefs, handed down in the course of the ceremony of initiation (chiéjaus) of young people of both sexes.  It was the custom on this occasion for the adults and young people to wear crowns of feathers, and they painted their faces and bodies white, red and black. This photograph from 1922 shows that the Yámana had by then already adopted Western clothing.




Una choza a boveda, ricostruita nel giardino del MFM 
A choza a boveda, reconstructed in the garden of the MFM

Una choza o tenda a forma conica, ricostruita nel giardino del MFM.





























Facevano parte della famiglia un uomo, uno o due mogli, i loro figli e qualche altro parente. Ogni famiglia era autosufficiente, viveva isolata dalle altre. Non si strutturavano in clan o tribù e solo in qualche  occasione si riunivano in grandi gruppi.

A family was made up of a man, one or two wives, their children and a few other relatives. Each family was self-sufficient and lived in isolation from the others. Families were not organized into tribes or clans, and only on certain occasions would they come together in large groups.


































Alle donne erano affidati compiti come la cura dei bambini, il mantenimento del fuoco, remare e pescare vicino alla costa. Gli uomini erano responsabili della caccia sulla terra, la raccolta della legna e la costruzione di armi.

The women were given tasks such as caring for children, tending the fire, rowing, and fishing close to shore. The men were responsible for hunting game, gathering firewood, and making weapons.





La choza serviva più come tenda che come casa, che si utilizzava solo la notte per dormire, perché il resto della giornata si passava all'aperto.
































La storia del veliero El mascaron del Duquesa, che naufragò al largo delle coste della Terra del Fuoco.






























Il "Mascherone" della poppa e la polena del veliero inglese a tre alberi Duchessa d'Albania, costruito in legno di pino; rappresenta la Principessa Elena Federica Augusta, dama della nobiltà tedesca, andata in sposa al principe Leopoldo, ottavo figlio della Regina Vittoria d'Inghilterra. 
Il 13 luglio 1893, alle quattro della mattina, fece naufragio sulle coste della Terra del Fuoco, mentre navigava da Rio de Janeiro a Val Paraiso. Nel 1977 jl mascherone fu recuperato e successivamente restaurato, poi nel 1979 esposto al MFM.


Immagini proiettate all'interno del MFM

a, il documentario di Padre Alberto De Agostini, film muto, editato nel 1933



















b, riproduzioni di fotografie e cartoline d'epoca, di autori diversi
































Fotografia di Padre Alberto De Agostini, Lo "sciamano" Selk'nam, Pa-chiek e la sua famiglia





















































Fotografia dell'etnografo Martin Gusinde, 1918.19


















Disegni dipinti sul corpo in occasione della cerimonia del Hanin





























Padre Alberto De Agostini e lo "sciamano" Silk'nam,  Pa-chiek



























Yamana nella Missione Anglicana di Ushuaia 1882






















































Il carcere di Ushuaia, la cui costruzione iniziò nel 1902, ad opera dei denuti di un altro Carcere che
 qui funzionava fin dal 1896



















La costruzione del  Patio central  del Carcere di Ushuaia




























Banda del Carcere



























Tipografia del Carcere




























Calle S. Martin, la via commerciale più importante di Ushuaia, negli anni '50


























Veduta in direzione del Porto, anni '50






































La raccolta di fauna di Ushuaia

L'aquila "mora"

Il condor















































Il pinguino di Magellano





































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