Il blog di Angela e Giorgio
fotografi erranti, dalle Americhe all'Asia, alla ricerca di istanti di Bellezza da catturare e raccontare

Ideazione e progetto grafico: Monica eFFe

Traduzioni all'inglese: Sara Russell e Monica eFFe




“Il vero nucleo di base dello spirito vivente di un uomo è la sua passione per l'avventura. La gioia della vita proviene dai nostri incontri con nuove esperienze e, quindi, non c'è gioia più grande che avere un orizzonte che cambia incessantemente, per ogni giorno avere un nuovo e diverso sole. Se vogliamo ottenere di più dalla vita, dobbiamo perdere l’inclinazione per la nostra monotona sicurezza e adottare uno stile di vita più improvvisato, che in un primo momento ci sembrerà un poco folle. Ma, una volta che ci siamo abituati ad un tale stile di vita, comprenderemo il suo pieno significato e la sua incredibile bellezza. Non fermarsi, non stare seduti in un solo posto. Spostarsi, essere vagabondi, fare di ogni giorno un nuovo orizzonte”.

(Christopher McCandless)*

*Da ...”INTO THE WILD” di Jon Krakauer.











martedì 8 luglio 2014

DA LA SERENA A COPIAPO', FINO A CHAGNARAL


luglio 2014





La grande bandiera all'ingresso di Copiapò
Lasciare La Serena di lunedì mattina, comporta affrontare un po' di traffico pesante, perché andando a nord la "Ruta 5", o Panamericana, è tutta un cantiere, dato che si sta costruendo una nuova corsia, sempre secondo il programma, ampiamente rappresentato su grandi cartelloni ai bordi della strada, "OBRAS QUE UNEN CHILENOS"; ed è proprio così, in un Paese che è molto stretto e lungo cinquemila chilometri. Se non si costruiscono delle strade (private e a pagamento), come possono incontrarsi gli abitanti della Patagonia (a sud) con quelli della I regione, al confine con il Perù ? 
Il grattacielo di Copiapò
Andiamo avanti salendo, avendo come unici compagni di viaggio enormi mezzi, camion e scavatori, tutti gialli. Solo dopo quasi un'ora scorgiamo sulla nostra sinistra il mare, che poi subito scompare.
Ora a sinistra ora a destra corrono stretti binari, che fatichiamo a capire se in uso o abbandonati, fino a quando non appare un enorme locomotore che tira grandi carrelli, pieni di materiali che immaginiamo siano il risultato di scavi in profondità.
Immersi in un panorama privo di presenze umane o animali (qualche rara capretta), proseguiamo per ore, mentre la terra perde ogni tipo di vegetazione e, da steppa, si fa sabbia pura, puro dseserto.
Verso le 16 siamo prossimi a Copiapò, una specie di "metropoli" nel nord del Cile. Ci accolgono: una grande bandiera, un grattacielo coloratissimo e tre delle principali catene di supermercati in Cile. Unimarc, Lieder e Falabella; che dire ... il deserto è alle spalle, siamo riapprodati alla "civiltà dei consumi" (modello statunitense).
Prossimi al tramonto, siamo in vista di Chañaral, alle spalle abbiamo lasciato la sabbia della più nota Playa Ingles, ma in inverno non c'è nessuno che viva al mare, dove ci sono solo casette di truciolato, fatte per proteggere in estate dal sole (micidiale) chi si avventura fin qui.
E devono essere tanti, perché la sabbia vicina alla strada mostra impronte di camper, tende, baraccamenti di ogni tipo; qui ha l'aria di essere tutto free, ma come faranno per docce, acqua potabile servizi igienici?



CHAGNARAL - UN FARWEST IN RIVA ALL'OCEANO PACIFICO, CON LE MINIERE DENTRO ALLE VICINE MONTAGNE.



Il nome, solo apparentemente stravagante, deriva da chañar, un albero che produce un frutto delle dimensioni di una noce.
Di qui in avanti, incontreremo questo frutto.
Questa immagine si trovava nel Museo Archeologico di San Pedro de Atacama, che ha chiuso nel novembre 2014, per riaprire lo stesso mese, ma nel 2016.
Chi è nato e ha vissuto fra l'Oceano e le montagne, in questa parte del Cile, per oltre 70 anni sa quanta miseria ha dovuto affrontare, soprattutto se è nato in una famiglia numerosa, con un padre minatore che li ha lasciati molto presto. Ha sempre e solo lavorato, solo ora si gode un po' la vita, continuando a lavorare, per sopravvivere, quando sarà ancora più vecchio. Vede i giovani che sprecano denaro e cibo, e non può capirli. Così si racconta il signore cileno che ci ha ospitato.
Il panorama culturale, qui, è (almeno a pelle) di un vuoto assoluto, forse c'è più "cultura" nella pancia delle miniere di rame, oro, ec. Quello che appare, non conforta certo il viaggiatore di passaggio: solo cibo di scarsa qualità, tutta la merce (dai detersivi al pane alle bevande) copia il modello statunitense, in più: cellulari, macchinoni, e abbigliamento di pessimo gusto.
Non mi chiedo neppure come siano la scuola primaria e secondaria. L'importante è cumulare pesos/plata

La Plaza de Armas  di Chañaral
















Chañaral, com'era ed è ancora






















Il faro

                     



Un mural a soggetto femminile







Un altro mural a soggetto maschile




In Sudamerica i muralisti sono dei veri artisti




La spiaggia di Chañaral





























Le moderne strutture, costruite fra la spiaggia in arena e la caletta dei pescatori




Di fronte alla caletta dei pescatori c'è questa nave, su cui vengono imbarcate le lastre di rame (estratto dalle vicine miniere e fuso in zona) e i contenitori degli acidi, ricavati da queste stesse fusioni. Tutto viene trasportato fin qui da un trenino, spinto da una grande locomotiva.    


Lobos (leoni marini) e pellicani si azzuffano per impossessarsi delle interiora dei pesci, che i pescatori buttano in mare a fine mattinata.








































































































































Una medusa?





Una sirena?









































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