Il blog di Angela e Giorgio
fotografi erranti, dalle Americhe all'Asia, alla ricerca di istanti di Bellezza da catturare e raccontare

Ideazione e progetto grafico: Monica eFFe

Traduzioni all'inglese: Sara Russell e Monica eFFe




“Il vero nucleo di base dello spirito vivente di un uomo è la sua passione per l'avventura. La gioia della vita proviene dai nostri incontri con nuove esperienze e, quindi, non c'è gioia più grande che avere un orizzonte che cambia incessantemente, per ogni giorno avere un nuovo e diverso sole. Se vogliamo ottenere di più dalla vita, dobbiamo perdere l’inclinazione per la nostra monotona sicurezza e adottare uno stile di vita più improvvisato, che in un primo momento ci sembrerà un poco folle. Ma, una volta che ci siamo abituati ad un tale stile di vita, comprenderemo il suo pieno significato e la sua incredibile bellezza. Non fermarsi, non stare seduti in un solo posto. Spostarsi, essere vagabondi, fare di ogni giorno un nuovo orizzonte”.

(Christopher McCandless)*

*Da ...”INTO THE WILD” di Jon Krakauer.











lunedì 28 luglio 2014

IQUIQUE E IL MUSEO REGIONALE IN BAQUEDANO 951







Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà, 
come per penentrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno. 
(Guy de Maupassant)







Nel Paseo Baquedano, al civico 951, dove dal 1892 sorgeva la casa dell'industria salitrera Astoreca, in pino canadese (come il Teatro della città), nel 1987 aprì le porte il Museo Regionale che occupa il primo piano, con le sue numerose Collezioni e un' Emeroteca, mentre al secondo piano vi sono Uffici Comunali.



Il museo consta di tre aree: antropologica, etnografica, storica. 

Nella prima è dato conoscere questa zona da 10.000 anni fa fino ad oggi, attraverso le Comunità Chinchorro, Aymara e culture come la Tiwanaku e Inca.


Il museo ospita la Collezione Anker Nielsen, che comprende alcune mummie Chinchorro, oggi esposte nel Museo.

Nielsen era danese, arrivò nel 1918 a Iquique, dove gestì una farmacia e si appassionò all'archeologia e agli scavi nel deserto, lungo la costa fra Caleta Vitor nel nord e Cagnamo, nel sud.


Nell'area etnografica si illustra la vita del popolo aymara fino al tempo presente.

In fine si illustra il ciclo del salnitro, dall'avvio della produzione nell'ottocento agli anni sessanta-settanta del novecento e alla chiusura di tutte le Oficinas Salitreras (1960 - 1970).



Ricostruzione di un antico insediamento Aymara nell'Altipiano. Questa etnia vive ancora a poca distanza da Iquique, dove è stata costruita una piccola città per loro che, però, praticano il nomadismo.








"Corredo" di un lavoratore di una Oficina salitrera: scarpe, borsa da lavoro e bottiglie per l'acqua.







Mobili stile Thonet, negli Uffici Amministrativi delle Oficinas Salitreras.




CULTURA CHINCHORRO





La cultura Chinchorro, corrisponde a una società di pescatori, e cacciatori raccoglitori; quindi nomadi, che vivevano in piccoli gruppi nel deserto di Atacama, 7.000 anni a. C. (fra il Peru' meridionale e il nord del Cile, da Arica ad Antofagasta).
Prende nome dall'enorme spiaggia di Chinchorro
(a 2 km dal centro di Arica).


In base alla loro cosmologia, 5.000 anni fa praticavano rituali di mummificazione, per conservare i corpi e dare continuità all'appartenenza al gruppo di origine. 



Gli studi che delle Università di Iquique e Tarapacà (Arica) stanno portando avanti con Istituzioni spagnole (Università Complutense di Madrid) sono finalizzati ad ottenere il riconoscimento da parte dell'Unesco della Cultura Chinchorro come Patrimonio dell'Umanità.


A dicembre 2012 è stata esposta presso l'Università Complutense di Madrid, una replica della cosìddetta "Mummia rossa", di circa 4.000 anni fa. 


















Specie di cesto per la raccolta dei molluschi





















































Originale copricapo, fatto di fili di lana

























Altro copricapo












Una borsa confezionata al telaio


















Altro strano copricapo 




















Copricapo a quattro "corni"


















Disegno del copricapo e di come lo si indossava







Piccola mummia


Il Museo Archeologico e Antropologico di San Miguel de Azapa, a 15 km da Arica, appartiene all'Università di Tarapaca;  ha una collezione di mummie Chinchorro che mantiene in un'area di conservazione.

Consulta il sito: http://www.uta.cl/masma/ e l'articolo: B. Arriaza e V. Cassman dell'Università del Nevada, "La cultura Chinchorro".

Questa cultura sviluppò, 7000 anni, fa una tecnica di mummificazione, la più antica al mondo, secondo l'antropologo Sergio Medina dell'Università di Tarapacà; l'antropologa Vivian Standen sostiene che il trattamento al quale sottoponevano i morti rivela una profonda conoscenza dell'anatomia.
Gary Urton, esperto dell'Università di Harvard, aggiunge che questi indios furono i primi di una grande tradizione Sudamericana.
A seconda delle epoche rivestivano le mummie di pasta nera di manganese (5050 - 2500 a.C.), di ocra rossa (2500-2000 a. C.) o di terra (1500 -1300 a.C.).

Frammenti di pelle dipinti con diversi colori


Petroglifi che ricoprono una pietra, ritrovata nel sito Tarapacà, vicino al pueblo de San Lorenzo.





































Piccolo telaio da tavolo


Porta-equipo escalerado. Questo oggetto fu introdotto in epoca Inka per trasportare merci e bambini piccoli, dalle valli andine alla costa, come spiega un pannello del Museo.




Copricapo


















Indio con frecce e copricapo 











Copricapo con piume colorate

Due differenti copricapo


Copricapo

Copricapo






Copricapo di cui si conserva solo una parte



















Copricapo in diversi colori






Copricapo formato da piume

Copricapo









Testa di mummia con copricapo in lana





















Testa di mummia Chinchorro con copricapo






















Copricapi usati oggi, durante le feste di Carnevale



















































Nessun commento:

Posta un commento