Il blog di Angela e Giorgio
fotografi erranti, dalle Americhe all'Asia, alla ricerca di istanti di Bellezza da catturare e raccontare

Ideazione e progetto grafico: Monica eFFe

Traduzioni all'inglese: Sara Russell e Monica eFFe




“Il vero nucleo di base dello spirito vivente di un uomo è la sua passione per l'avventura. La gioia della vita proviene dai nostri incontri con nuove esperienze e, quindi, non c'è gioia più grande che avere un orizzonte che cambia incessantemente, per ogni giorno avere un nuovo e diverso sole. Se vogliamo ottenere di più dalla vita, dobbiamo perdere l’inclinazione per la nostra monotona sicurezza e adottare uno stile di vita più improvvisato, che in un primo momento ci sembrerà un poco folle. Ma, una volta che ci siamo abituati ad un tale stile di vita, comprenderemo il suo pieno significato e la sua incredibile bellezza. Non fermarsi, non stare seduti in un solo posto. Spostarsi, essere vagabondi, fare di ogni giorno un nuovo orizzonte”.

(Christopher McCandless)*

*Da ...”INTO THE WILD” di Jon Krakauer.











sabato 30 agosto 2014

LAGO TITICACA: COPACABANA e LE ISOLE DEL SOL e DELLA LUNA









Partiamo da La Paz la mattina presto, per evitare il traffico verso El Alto; ripercorriamo i 70 km fino a Tiwanaku, andiamo oltre, e poco dopo siamo all'imbarcadero di San Pedro de Tiquina, dove i veicoli passano lo stretto su grandi chiatte, mentre le persone viaggiano a bordo di una lancia. 


Questa  "MARAVILLA" è l'antico mare interno (d'acqua dolce) fra Perù e Bolivia, detto Lago Ballivian che occupava l'Altipiano prima dell'abbassamento del livello dell'acqua (3820 metri), provocato dalle faglie geologiche e dall'evaporazione. Non è il più alto del mondo (Cile e Perù hanno bacini più elevati); per grandezza è il secondo del Sud America e raggiunge in un punto i 457 metri di profondità.


C'è un progetto per la costruzione di un ponte, fra lo stretto di Tiquina, che separa il bacino principale del Lago Titicaca dal più piccolo Huynaymarka; ma chi vive del trasporto lacustre fra le due sponde boliviane, si oppone e minaccia blocchi



Copacabana (Copa), vista dal giardino di un Hostal, sotto il Cerro Calvario  (3950 m. ca.), dal quale si può ammirare il miglior tramonto sul lago


La Costanera è la mezzaluna di sabbia di Copacabana; rappresenta l'unica spiaggia della Bolivia, e il posto dove ci si imbarca per l'Isla del Sol e Isla de la Luna (Koati)




La Catedral in stile mudèjar, di un bianco abbagliante, con piastrelle di ceramica blu (azulejos, in spagnolo e portoghese). E' dedicata alla Virgen de la Candelaria o Virgen Negra, venerata in tutto il Sud America. La rinomata spiaggia brasiliana di Copacabana (Rio de Janeiro) ha lo stesso nome,  perché lì fu portata una replica di questa Vergine. L'originale si trova nel Camarin de la Virgen de Candelaria, sopra l'altare maggiore della Cattedrale.

 In occasione delle processioni (2 febbraio, Candelaria, poi Semana Santa; a seguire Fiesta de La Cruz, in maggio, ecc., dell'Indipendenza in agosto) per le strade sfila  una copia, dato che si pensa che se la Vergine venisse disturbata, si potrebbe avere un pauroso straripamento del lago.


 
Bancarelle per la vendita di fiori, candele e riproduzioni della Vergine























Fiori freschi da donare alla Vergine




Particolare del portone d'ingresso alla Cattedrale con la rappresentazione dell'arrivo a Cocha della Vergine (2 febbraio 1583), su un'imbarcazione di totòra, canne palustri del Lago, come ancora è in uso per accompagnare i turisti. I tratti indigeni di questa Madonna, e i "miracoli" della pioggia da lei compiuti, portarono molti indios alla conversione.



L'immagine della Vergine, che regge un bambino, fu realizzata in pasta di maguey (agave) e stucco; il corpo è rivestito da una lamina d'oro, gli abiti sono simili a quelli di una principessa inca. L'autore dell'opera fu un intagliatore inca.
Questi fiori di plastica sono venduti per addobbare automobili, 
autocarri e autobus, in occasione della loro benedizione 

(Bendiciòn de Movilidades) o cha'lla ...benedizione rituale, 

(con abbondante aspersione di alcol), per
ottenere  protezione sulla strada e nella vita.

 La Virgen Negra, famosa tanto quanto quella di Guadalupe (Messico), fu  collocata prima in una povera chiesa d'adobe (mattoni in terra e paglia, cotta al sole), poi modificata fino a raggiungere le dimensioni attuali, all'inizio del 1600. Dopo il 1825, con l'indipendenza della Bolivia, la Cattedrale (oggi Basilica) raggiunse la forma attuale, e la Vergine divenne la Patrona del Paese.    








Artigianato boliviano in vendita davanti alla Basilica



Copia della Virgen, ricoperta da ricche vesti 

Magnifici fiori di carta, a forma di cantuca, campanula a tre colori, fiore nazionale del Paese

Riproduzione della Virgen,
esposta nel Camarin






Fuori dalla Basilica, c'è uno spazio dovesi possono accendere ceri e creare questi"disegni" realizzati con cera fusa
























Navighiamo con questa lancia sul Lago Titicaca, diretti all'Isola della Luna, poi all'Isola del Sole, dove pranzeremo; è un tour "mordi e fuggi", ma servirebbe fermarsi a dormire una o due notti sull'isola più grande: non ci sono in circolazione informazioni sufficienti a Copacabana, tutti vogliono vendere ai turisti le stesse quattro notiziole.
L'approdo all'Isola della Luna, uno dei punti dove arrivano le lance che partono da Copacabana. La sosta è breve, non sufficiente per salire a visitare il monastero inca dove le Vergini (bambine di otto-dieci anni) venivano sacrificate al sole e alla luna.


Qui abitano circa venti famiglie. Si può campeggiare liberamente, chiedendo loro il permesso o affittando una stanza. Serve portarsi scorte d'acqua


Case in adobe, tetto in paglia, canne palustri, piccola scuola (che pare non in uso), chiesina, un campo da basket (ma chi lo userà ?), donne che lavano e stendono panni sulle barche: tutto immerso in un religioso silenzio. 


Si bruciano erbacce in un piccolo campo, forse si cerca di rendere più fertile questa arida terra che potrà dare solo patate e quinoa





















I pesci che si pescano nel lago sono stesi  al sole a seccare



Raggiungiamo l'Isola del Sole o Titi Khar'ka (Roccia del Puma), nome da cui ha avuto origine Titicaca. Qui, dice la leggenda, il sole è nato, qui comparvero i primi incas e il loro bianco dio-re barbuto Viracocha


Mangiamo  una trucha criolla (la trota fu introdotta nel Lago nel 1939, per arricchire con proteine la dieta locale), seduti di fronte al "mare".


Donne che chiacchierano al sole, mentre lavorano ai ferri o filano


Barche in totora che si continuano a costruire 
solo per mostrarle ai turisti e permettere 
brevi navigazioni attorno all'isola

Scala dell'Inca, accanto alla quale scorrono tre canali artificiali dove scende l'acqua che alimenta l'isola e mantiene un bel giardino terrazzato





Questi poveri somarelli trasportano pietre, materiali per l'edilizia, acqua e cibo su per i sentieri che attraversano l'isola.



















































































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