Il blog di Angela e Giorgio
fotografi erranti, dalle Americhe all'Asia, alla ricerca di istanti di Bellezza da catturare e raccontare

Ideazione e progetto grafico: Monica eFFe

Traduzioni all'inglese: Sara Russell e Monica eFFe




“Il vero nucleo di base dello spirito vivente di un uomo è la sua passione per l'avventura. La gioia della vita proviene dai nostri incontri con nuove esperienze e, quindi, non c'è gioia più grande che avere un orizzonte che cambia incessantemente, per ogni giorno avere un nuovo e diverso sole. Se vogliamo ottenere di più dalla vita, dobbiamo perdere l’inclinazione per la nostra monotona sicurezza e adottare uno stile di vita più improvvisato, che in un primo momento ci sembrerà un poco folle. Ma, una volta che ci siamo abituati ad un tale stile di vita, comprenderemo il suo pieno significato e la sua incredibile bellezza. Non fermarsi, non stare seduti in un solo posto. Spostarsi, essere vagabondi, fare di ogni giorno un nuovo orizzonte”.

(Christopher McCandless)*

*Da ...”INTO THE WILD” di Jon Krakauer.











domenica 21 settembre 2014

AREQUIPA, LA CITTA' BIANCA










El Misti, uno dei tre vulcani che dominano l'orizzonte.    
Da Chivay percorriamo oltre 160 km e scendiamo dalla Valle del Colca, oltre 4000 m. s.l.m., alla periferia di Arequipa (2.335 metri), pesantemente inquinata da un enorme complesso industriale, oltre a vari altri stabilimenti più piccoli, inglobati ormai fra le abitazioni.
Siamo risucchiati sempre più giù da un traffico asfissiante, fino quasi a raggiungere la bellissima Plaza de Armas, il cuore della seconda città del Perù, per numero d'industrie, commerci e abitanti.

Il sole è calato. Si accendono le luci nel Tambo del Solar, l'area dove si trova il nostro Hostal, una specie di corte interna, delimitata da cancelli, ai due lati della via a L, a due quadre da Plaza de Armas. Tambo, in quechua (lingua parlata dagli Incas) significa posada (locanda). Siamo dentro al Barrio del Solar, considerato dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità, come tutto il centro coloniale.

La città è detta blanca per via del sillar, la pietra vulcanica (color latte) usata in età coloniale per palazzi, casone, chiese, ponti, data la facilità con la quale è possibile estrarla e lavorarla.
Tre dei vulcani della Cordigliera appaiono e scompaiono dall'orizzonte: El Misti, El Chanchani, El Pichu Pichu.
La pressione fra le placche tettoniche dell'America Latina e quelle del Pacifico ha provocato nel corso dei secoli terremoti ed eruzioni devastanti (1687, 1868, 1958, 1960) fino all'ultimo del 2001

Uno dei due ingressi al Tambo


















La Chiesa dedicata alla Vergine del Rosario



















La Vergine sull'altare 
















 Un angelo o un santo?













Plaza de Armas, un albero di jacaranda in fiore



Plaza de Armas, con grandi portici su tre lati, e un bel jardin

Oggi è la giornata "degli anziani"e, tutti i gruppi che fanno
attività sociali e culturali, sfilano in Plaza de Armas.





Musica, danza e coloratissimi costumi













































Non mancano gli uomini con ponchos colorati


Questo Banco, in Calle Mercaderes, rappresenta oggi il secondo gruppo finanziario del Perù; fu fondato a Lima nel 1897

Calle Mercaderes, interamente restaurata e pedonalizzata nel 2009, unisce Plaza de Armas Quince de Agosto

Nelle vetrine del centro i dolci non mancano mai, 
ma sembrano un po' tutti di plastica

Il numero 106 dela Calle San Juan de Dios,
a due passi dalla Piazza centrale
Cafè Catarsis,  un angolino aperto dalla tarda mattinata al pomeriggio, dove una signora peruviana, vissuta a lungo in Italia, cucina vari piatti di pasta "all'italiana", compatibilmente con gli ingredienti che si ritrova.

Alle pareti, curiosi disegni del figlio della proprietaria, 
assieme a piccoli oggetti d'artigianato in vendita


Curiosi occhietti dall'iride colorata
ti seguono in ogni stanza

Al calar del sole, la Cattedrale, l'unica in Perù ad occupare un intero lato di una piazza, viene illuminata da potenti fari.
Il primo edificio (1656) fu distrutto da un incendio, fu ricostruito e poco dopo raso al suolo da un terremoto (1868); quindi, oggi vediamo un "rifacimento". Come non bastasse, a seguito del terremoto del 2001, crollò una delle due imponenti torri, ma l'anno dopo fu "ricreata".


La navata principale della Basilica

L'immagine di N.tra S.ra De Las Penas, con lacrime



La Sagrada Familia

La città di notte è piena di luci, con gente che fa la spola fra ristoranti, caffè, sale giochi e casinò, soprattutto nei fine settimana

I negozi chiudono fra le 21 e le 22, salvo eccezioni 


El Ekeko, presso l'omonimo
Patio, in pieno centro.
Il folletto (duende)
rappresenta, nella
cultura dell'altipiano
andino, l'abbondanza, l'allegria,
la fecondità,  a partire dalla
cultura Tiwanaku, poi
Aymara, quindi Inca.
All'epoca della Colonia
la Chiesa Cattolica cercò di
cancellare questa figura, e
il culto a lui dedicato, ma riuscì solo a trasformarla in un personaggio "vestito"
e con tratti fisici da mestizo. Oggi la sua popolarità è diffusa fra Perù, Bolivia, Argentina e Cile.



Nel Patio el Ekeko sono
in vendita articoli
d'abbigliamento costosi,
anche in alpaca, perché
in questa città si lavora
il 90% di questa fibra
naturale, e,  ogni anno a
novembre, si tiene una prestigiosa Fiera


Vetrina del Patio El Ekeko
L'ingresso ad uno dei tanti Casino

















Occorre fare attenzione ad attraversare la strada,

in zona Cattedrale, anche se si usano

le strisce pedonali e un vigile è presente

La Compañia  Chiesa dei Gesuiti, con pianta a croce
latina, in sillar, pietra estratta dal vulcano Misti; fu 
edificata fra il 1590 e 1698, quando la facciata fu 
ricostruita a seguito di un terremoto

L'altare maggiore, scolpito in stile churrigueresco - un adattamento latinoamericano del barocco spagnolo - rivestito in lamine d'oro. L'immagine della Vergine con bambino fu dipinta dal pittore italiano manierista Bernardo Bitti  (da Camerino), che arrivò in Perù nel 1575, per evangelizzare con la pittura.

La bellissima cupola policroma della cappella di San Ignacio, a sinistra dell'altare maggiore (ex sagrestia), è interamente affrescata con motivi floreali tropicali, contiene raffigurazioni di angeli e guerrieri, ma non si può fotografare. Proseguendo il percorso, si accede a due grandi chiostri (Maggiore e Minore) e a un patio con al centro un albero. Sotto i portali dei chiostri sono stati aperti negozi che vendono artigianato peruviano, abbigliamento in alpaca, liquori, antiquariato.

Claustro Minor

Claustro Mayor, con archi che posano su pilastri 
riccamente scolpiti sui quattro lati

Claustro Mayor, con al centro una fonte proveniente da Lima

I meravigliosi cappelli della Carrasco Company, since 1929

Carrasco Company, cappello femminile, lo usano a Chivay e nella Valle del Colca

Maglie in alpaca, di lavorazione artigianale

Altre stupende maglie in alpaca



Soprabiti in vigogna, costosissimi

Particolare della stoffa di un abito

Camelidi andini, il cui addomesticamento iniziò quasi 6000 anni fa, nelle Ande centrali, quando le culture preincaiche li utilizzarono per alimentarsi e vestirsi. Gli Inca diedero loro importanza e ne selezionarono la produzione, mentre gli Spagnoli abbandonarono la camelicoltura, causa guerre e introduzione di mucche, cavalli, asini. Questi animali furono, di conseguenza, relegati nelle zone più alte e aride. Da tempo lama e alpaca sono stati addomesticati, mentre vigogna e guanaco vivono allo stato libero, e in Perù sono protetti.


Casa della Cultura - Museo Santuarios Andinos, Università Cattolica di Santa Maria (UCSM). Qui si può visitare, molti mesi all'anno, Juanita, la Mundialmente  famosa "Niña de los Hielos" o Vergine Inca del Vulcano Ampato (oltre 6.200 metri), sacrificata ,500 anni prima, agli dei del monte. Gli Incas, infatti, credevano che le montagne potessero uccidere (eruzioni, valanghe, crolli) e che la loro violenza potesse essere placata dal sacrifico di un bambino, abbandonato poi fra i loro ghiacciai.
Nel 1995 l'alpinista e archeologo statunitense Johan Reinhard, dopo oltre 27 anni di ricerche come progetto "Santuarios De Altura del Sur Andino" condotto assieme a José Antonio Chavez per conto dell'Università Cattolica di Santa Maria, scopri' avvolta in fini drappi la "Bella Nina" . Il corpo, perfettamente conservato, stupì la comunità scientifica di tutto il mondo. Fu collocato in una teca speciale, e  esposto presso la National Society a Washington nel 1996, ma continua ad essere studiato nei laboratori UCSM.


Università Nazionale S. Agostino

Un patio dell'Università Nazionale S. Agostino


























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