Il blog di Angela e Giorgio
fotografi erranti, dalle Americhe all'Asia, alla ricerca di istanti di Bellezza da catturare e raccontare

Ideazione e progetto grafico: Monica eFFe

Traduzioni all'inglese: Sara Russell e Monica eFFe




“Il vero nucleo di base dello spirito vivente di un uomo è la sua passione per l'avventura. La gioia della vita proviene dai nostri incontri con nuove esperienze e, quindi, non c'è gioia più grande che avere un orizzonte che cambia incessantemente, per ogni giorno avere un nuovo e diverso sole. Se vogliamo ottenere di più dalla vita, dobbiamo perdere l’inclinazione per la nostra monotona sicurezza e adottare uno stile di vita più improvvisato, che in un primo momento ci sembrerà un poco folle. Ma, una volta che ci siamo abituati ad un tale stile di vita, comprenderemo il suo pieno significato e la sua incredibile bellezza. Non fermarsi, non stare seduti in un solo posto. Spostarsi, essere vagabondi, fare di ogni giorno un nuovo orizzonte”.

(Christopher McCandless)*

*Da ...”INTO THE WILD” di Jon Krakauer.











domenica 21 settembre 2014

PUNO, SUL LAGO TITICACA E LE SUE ISOLE (Flotantes de los Uros e Taquile)


San Carlos de Puno, a 3830 m


Fu fondata nel 1668, nei pressi di una vena d'argento, esaurita da tempo. Ha qualche edificio coloniale, come la Cattedrale barocca (1757) e la Casa del Corregidor, fra le piu' antiche, in Plaza de Armas. 

Puno è soprattutto il punto di partenza per varie escursioni: alle 
incredibili Islas Flotantes e Isla Taquile, sul Lago Titicaca.

Oggi è il 30 agosto, Festa di Santa Rosa da Lima, patrona della Polizia Nazionale; fra un temporale e l'altro, si sfila suonando per le strade.





Il disegno del condor, che gli Inca veneravano,compare su diversi oggetti dell'artigianato locale, venduto sui marciapiedi e in lussuosi negozi.





























La Cattedrale di Puno

Questa cattedrale fu costruita dai Gesuiti nel XVIII sec. in stile barroco mestizo. La facciata ha uno splendido portale in pietra labrada, con motivi pagani (sirene che suonano il charango, sole e luna) e cristiani. Nel 1930 un incendio la distrusse e varie opere andarono perdute.





E' domenica e la Casa del Corregidor è chiusa. 
Dobbiamo trovare un posto dove cenare, prima 
che ci travolga il temporale. Ci costringerà a 
rientrare in taxi, perché le strade, in pochi 
minuti, si sono trasformate in torrenti.

Il Centro Culturale presso la Casa del Corregidor ci aveva offerto sabato pomeriggio libri, buona musica e compagnia
Il ristorante che ci ha accolto con cibo gradevole e gentilezza

... e una stufa a legna, riempita a ciclo continuo. 
Il giorno dopo ci imbarchiamo per visitare le isole




Il nostro tour ci porta al porto di Puno sul Lago. Mentre attendiamo di salire sulla nostra lancia, osserviamo le donne e i bambini dell'isola di Taquile che hanno caricato la loro con pacchi di merci da portare all'isola.

Partiamo e seguiamo un "canale" fra canne di totora (pianta palustre che cresce su i bassi fondali del lago), per raggiungere
un insediamento degli Uros, scelto dalla nostra guida.




















Ecco l'isola all'orizzonte






Gli Uros o Urus sono un'etnia pre-inca, distribuita fra Peru', Bolivia, e in piccola parte, Cile. Gli spagnoli li chiamavano "quelli dell'aurora" (Urus), ma, secondo lo studioso Arthur Posnansky  gli Aymara  si rivolgevano a loro così per insultarli, perché cacciavano e pescavano di notte. Si consideravano "hombers lacustres"  o solo urus la razza primigenia dell'America. Secondo alcuni provengono, in base al loro dna, dall'Amazzonia, secondo altri dalla Polinesia. Nel tempo si mescolarono agli aymara e ai quechua, dei quali adottarono la lingua, smarrendo la propria.

Veneravano puma, condor e serpente. La Luna era una divinità, perché illuminava le notti di pesca e caccia, mentre il sole e le stelle proteggevano i fiumi, i laghi, la terra, le coltivazioni e il bestiame, nei periodi  durante i quali si dedicavano a coltivare la terra e ad allevare gli animali. Più tardi si convertirono al cristianesimo.




Questa signora ci aiuta a "sbarcare"




Una giovane ragazza che indossa abiti colorati 
 e una singolare cuffia

L'isola è una "piattaforma" galleggiante, composta da uno zoccolo di blocchi di radici di totòra, ancorate tra loro e al fondo della laguna, e ricoperta di canne (totòra).

Alla sinistra la nostra guida e, con il cappello, uno degli Uros, ci mostrano come, unendo più "blocchi di terra e radici", staccati dal fondo del lago dal vento e dalle mareggiate, si possa creare una piattaforma galleggiante, ricoperta di totòra.












Il fornello, riprodotto in miniatura, sul quale sono soliti cucinare

Si cammina sul "pavimento" in canna, completamente scalzi

Un modellino di capanna (sempre in totora), una balsa (barca tradizionale in canna) e un fornello, riprodotti in miniatura per venderli ai turisti.

Meravigliosi "scaccia fantasmi"


Gli stupendi tappeti, prodotti dalle donne, "illustrati" da coloratissime storie

Su ogni "isolotto" (m 50x50?) abitano tre o quattro famiglie, con una cucina comune

















I "piccoli" vengono coccolati da tutti coloro 
che vivono sulla  stessa "zolla" galleggiante




La mamma allatta e vende i suoi prodotti artigianali


I bambini vivono qui con i genitori, quando crescono 
vanno a scuola in barca, su un'altra "isla flotante
del Lago. Da grandi studiano in collegio a Puno e lì 
frequentano l'Università.

Le ragazze tessono, ricamano e vendono l'artigianato prodotto


Le capanne degli Uros sono di canna, dotate di luce elettrica (grazie a pannelli solari); in alcune non mancano televisore e computer.
I prodotti dell'artigianato femminile, esposti in vendita per i turisti




Piccolo pannello solare per le loro esigenze minime: una lampadina, il televisore, il P.C.

Gli uomini, da sempre, pescano, cacciano e costruiscono caballitos de totòra (cavallini in canna); imbarcazioni come questa, che sono oggi utilizzate solo per i turisti. Per i loro collegamenti con la terraferma, ogni isola ha in realtà a disposizione una barca a motore.


















Per entrare a Taquile si paga un biglietto (2.28 €uro circa)
        
Il loro porticciolo privato


Lungo la ripida strada lastricata, che porta dal porticciolo alla chiesa, donne e bambini filano e vendono piccoli oggetti.

Questa ragazza veste bellissimi colori

A lato della strada ci sono campi sassosi, a picco sul lago, e qualche vacca al pascolo



Uno degli archi che si incontrano lungo il percorso.
Segnano le proprietà










I piccoli campi che uomini e donne coltivano a patate, fave, fagioli, mais, grano, orzo, tuberi vari e quinua, un cereale ricco di vitamine. Questi prodotti, assieme al pesce del Lago, contribuiscono all'alimentazione (prevalentemente vegetariana) dei taquilenos

Tetti colorati, in ondulato metallico, poco adatti alla conservazione di un habitat abbastanza incontaminato. 









Per questa pecora ora non c'è molto con cui alimentarsi; la sua lana abbondante sarà filata dalle donne e tessuta




Questa bambina fila con il suo fuso e vende 
braccialettini ai turisti di passaggio 


La cantuta, fiore degli Inca, è considerato fiore nazionale in Perù e Bolivia.


Piccoli venditori in attesa



Bambini che giocano per strada

Incontriamo un altro arco
Fiori

Arco che introduce alla piazza della chiesa

La chiesa e il campanile in pietra

Una magnifica bambina

L'altare a nove nicchie, decorate con fiori di plastica


Alla sinistra dell'altare tre uomini, in abiti tradizionali, suonano i loro strumenti a corda. Indossano il chullo, o berretto di lana (confezionato ai ferri da loro stessi). Il colore del berretto e del fiocco ci informano sullo stato di chi lo indossa: bianco e rosso i celibi, solo rosso, gli sposati. Questi, inoltre,  portano in vita una borsa "chuspa", rifinita con fiocchi color arcobaleno, dentro la quale stanno foglie secche di coca, usate per riuscire a lavorare a una simile altitudine (ca 3.800 m. slm).
Due uomini sposati che si incontrano, si scambiano una manciata di foglie di coca e, solo dopo, iniziano a conversare.

Le donne cantano, accompagnate da una o più chitarre

Questo signore sistema fiori e candele sull'altare

A mezzogiorno si suona la campana


Un giovane uomo sposato porta in vita la sua 
chuspa

Questi bambini tentano di far volare un aquilone

Si scarica una barca arrivata al porticciolo, dal quale noi ripartiremo per Puno. Tutto viene trasportato a spalla, su per questo erto sentiero.

C'è chi vende, disponendo la merce su un muretto 

di pietre, sovrapposte a secco.


Un altro angolo di paradiso di fronte al Lago
I bambini (maschi) imparano a scuola a lavorare ai ferri, per questo sanno produrre il  proprio chullo (lungo berretto di lana)




Le donne confezionano al telaio per lo sposo una 
faja  (chumpis) o alta cintura




Nel "ristorante" dove abbiamo mangiato (benissimo) trota e quinoa, la guida del tour ci ha parlato del ballo tradizionale che verrà rappresentato per noi.


Ballano e cantano contemporaneamente; l'uomo adulto e sposato porta in vita la chuspa (borsa per le foglie di coca), tessuta nei colori dell'arcobaleno (arco iris); in mano rudimentali strumenti per il lavoro agricolo.

Gli uomini portano uno strumento che è una specie di zappa, di cui si servono per lavorare i campi, le donne vestono gonne ampie, sovrapposte l'una all'altra, variamente raccolte in vita, e hanno sul capo un panno nero rettangolare, detto chuko, che si acconciano in base al sole o alle necessità.

Passiamo sotto quest'ultimo arco, raggiungiamo la nostra lancia, navighiamo un po' e dopo poco ci ritroviamo al porto di Puno. Ci attende un van dell'agenzia che ha organizzato il tour. In uscita dal porto notiamo decine di magazzini-negozio, dove è stivato ogni genere di artigianato. Per noi non è facile capire se sia vero, quanto ci ha raccontato l'amica boliviana di Cochabamba, la quale ci suggeriva di acquistare tutti i regali per amici e parenti in Bolivia, perché in Perù si produce assai poco. Ovviamente altri peruviani hanno sostenuto l'esatto contrario, ma crediamo che la prima versione sia più vicina alla verità.





















































































Nessun commento:

Posta un commento